E, finalmente, Spartan Race Super fu!
Davvero una bella esperienza quella di Campi Bisenzio, dove migliaia di atleti OCR si sono dati battaglia su un percorso (apparentemente) veloce, baciato da un sole implacabile! Una bella esperienza caratterizzata da qualche ma... Per quel che mi riguarda, la partenza a mezzogiorno e il conseguente gran caldo hanno influenzato non poco il mio personale ritmo di corsa (che avevo invece curato molto bene nelle ultime settimane di allenamento) e alcune penalità (un paio davvero banali, purtroppo...), condite dai consueti e “amatissimi” burpees, hanno dato il colpo di grazia alle braccia, già duramente provate dai trasporti disseminati lungo la gara (tronco, mattone, sandbag e secchio di sabbia). Il percorso della Spartan Race Super di Campi Bisenzio (per un totale di 12,38 km) inizia a snodarsi dal parco di Villa Montalvo e, dopo i primi classici muri, iniziamo a correre velocemente lungo un serpentone di erba verde che si sviluppa lungo i canali navigabili della zona e il fiume Bisenzio, con almeno quattro passaggi diretti in acqua, di cui uno particolarmente lungo, che mette a dura prova le gambe. Questa volta, rispetto a Maggiora, le file agli ostacoli sono decisamente meno importanti e mi consentono, tutto sommato, di non aspettare troppo e di non imbattermi quasi mai in improvvisi gorghi. Davvero pregevole, secondo il mio parere, l’alternanza degli ostacoli proposta agli atleti e la presenza un po’ più consistente di muri, che ritengo particolarmente sfidanti e divertenti, in quanto non spezzano troppo il ritmo di corsa. A parte un rapido passaggio all’interno dell’abitato di Campi Bisenzio e qualche tratto lungo l’argine del fiume, il percorso è quasi interamente costituito da un morbido sterrato erboso, facilmente corribile, ma abbastanza pesante a lungo andare, nonostante la quasi totale assenza di dislivello (eccezion fatta per qualche fisiologico, ripidissimo e breve saliscendi lungo gli argini). L’errore alla slackline e al giavellotto e un particolarmente sofferto trasporto non mi aiutano ad affrontare con la giusta forza la fune posta nel finale, costringendomi a perdere almeno una decina di minuti sul tempo finale, se non addirittura di più. A ogni modo, la gara di Campi Bisenzio mi lascia con una gran voglia di riprovarci al più presto e con il timore dell’imminente Beast di Alleghe. Manca poco alle Dolomiti, ma si può ancora migliorare e cercare di fare tesoro degli errori commessi per affrontare al meglio l’ultimo scoglio prima del conseguimento della Trifecta! Non male, pensando che, fino a inizio febbraio di quest’anno, non avevo mai corso una ORC in vita mia! Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2433660222 https://www.instagram.com/p/BydG4Q-loSd/
0 Comments
Una bella e partecipatissima OCR (non particolarmente faticosa, ma davvero impegnativa per l’alta velocità) in vista della prossima e imminente Spartan Super di Campi Bisenzio era proprio quello che mi serviva per ritrovare un po’ di confidenza con la corsa veloce, perché il percorso pianeggiante della Virgin Active Urban Obstacle Race di Rimini, grazie al fatto che si snoda in gran parte su asfalto, ha favorito il mantenimento di un ritmo forsennato sin dall’inizio.
Partenza scenografica dal bimillenario Ponte di Tiberio e ci si inoltra subito nel centro cittadino, passando accanto al Museo della Città dopo alcune velocissime curve a gomito, prima di affrontare i roadblock posti a un centinaio di metri di distanza dall’esoterico e splendido Tempio Malatestiano. Altri due ostacoli facili e veloci prima del passaggio sotto l’Arco di Augusto e del tyre flip nella piazza principale, sede del Foro Romano dell’antica Ariminvm. Si continua a correre velocemente, senza tregua, mantenendo un ritmo che si aggira sui 4’20”/km nonostante le pause agli ostacoli e si oltrepassa Castel Sismondo per poi tornare nei pressi del Ponte di Tiberio (km 3.5), dove affrontiamo una lunga e impegnativa monkey bar, entrando subito dopo (finalmente) nel mio amatissimo sterrato. Il weight lift e il trasporto del peso non risultano particolarmente impegnativi e, poco dopo il quinto chilometro, si svolta improvvisamente a destra percorrendo quasi in parallelo e a ritroso il sentiero da cui siamo venuti. Ultimo scatto verso la ripida half pipe e il traguardo è finalmente raggiunto! 7 km totali percorsi in poco più di 32 minuti, per un ritmo finale di 4’36”/km. Segno che gli ultimi allenamenti a base di ripetute brevi e fartlek iniziano a dare i loro frutti. Un ottimo 54° posto assoluto su 1.176 partecipanti (non presenti, infatti, le categorie d’età) che mi fa ben sperare per le prossime gare, dove vorrei fare bella figura nella mia categoria M40-M45. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2417494138 https://www.instagram.com/p/ByNZ0nUF4Fc/ Ancora l’ennesima domenica di maggio bagnata dalla pioggia e da un tempo inclemente, ma il percorso della Stramontisola Trail è così bello e affascinante da farci dimenticare questa primavera ancora non pervenuta.
Un trail duro, con pendenze notevoli, stretti sentieri sterrati nel bosco, discese tecniche e veloci e un panorama mozzafiato dall’alto della più grande isola lacustre dell’Europa centrale e meridionale. La partenza è veloce, in piano e su asfalto, mentre costeggiamo la litoranea di Peschiera Maraglio per poco più di un chilometro, prima di svoltare sulla sinistra e imboccare un breve tratto di asfalto in salita per trecento metri. Al km 1.4 ci lasciamo alle spalle l’asflato per addentrarci nel bosco che ricopre gran parte dell’isola. La salita è durissima, sfiancante, con pendenze proibitive, costellata di roccette affioranti e radici, spesso scivolosa a causa della pioggia che continua a scendere senza sosta. Respiriamo un po’ nei pressi dell’abitato di Cure (km 2.9), quando svoltiamo a destra per affrontare l’ultimo tratto di salita nel bosco, condito da un breve passaggio su roccia molto suggestivo. Al quarto chilometro esatto, a quota 602 m. Raggiungiamo il Santuario della Madonna della Ceriola, preparandoci alla successiva e pericolosa discesa su gradini e acciottolato, lunga all’incirca 800 metri, che si snoda su stretti tornanti fino al km 4.8. Un paio di scivoloni trattenuti a stento e mi rigetto in picchiata, approfittando di un leggero miglioramento della pendenza e del ritrovato sterrato, che mi permette di avere maggiore presa sul terreno fino al km 5.9. Attraversiamo il piccolo paesino di Masse, passando accanto alla Chiesa di San Rocco e continuiamo a scendere, alternando tratti di sterrato e di asfalto, fino a oltrepassare le frazioni di Olzano (km 6.8) e Carzano (km 7.7). A partire dal km 8.4 la strada ricomincia a salire leggermente e, dopo un paio di centinaia di metri, affrontiamo un nuovo sentiero sterrato che ci conduce fino a Siviano (km 9.1). Nei pressi del Comune e della vicina Chiesa dei Santi Faustino e Giovita imbocchiamo un lungo e ripido nastro di asfalto che mette a dura prova le gambe, mentre la pioggia continua a scendere copiosa. Dal km 9.8 l’asfalto diventa sterrato e la salita continua inesorabile fino al km 10.5, prima di iniziare una discesa, a tratti ancora molto veloce. Attraversiamo l’abitato di Senzano (km 11.1) e Menzino (km 11.8) e, inaspettatamente, ci attendono gli ultimi trecento metri di salita su sentiero nel bosco, prima della definitiva discesa finale su asfalto che ci porta sino alla frazione costiera di Sensole (km 13.5). Ci godiamo l’ultimo chilometro, splendido e pianeggiante, ammirando il brumoso paesaggio circostante. I chilometri percorsi in totale risulteranno essere 14,3 con un ottimo dislivello totale positivo di ben 645 metri. Non si tratta di un trail lunghissimo, ma la varietà degli ambienti attraversati, la pendenza affrontata e i magnifici scorci che lo caratterizzano rendono il Montisola Trail degno di essere corso e ricorso. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2379968429 https://www.instagram.com/p/BxpZdGKgaLg/ Difficilmente ho trovato condizioni più dure di quelle di ieri durante le mie corse del mese di maggio. Una pioggia fredda e battente, unita a potenti raffiche di vento sulle creste collinari e una temperatura insolitamente bassa per il periodo, ci hanno accompagnato lungo tutto il percorso di questa bella e varia non competitiva della provincia bergamasca.
Stringendo i denti per il freddo, affrontiamo facilmente i primi chilometri su asfalto nel centro di San Paolo d’Argon, in leggerissimo saliscendi. Al km 2.7, nei pressi del medioevale Monastero Benedettino, dopo essere entrati nel PLIS delle Valli d’Argon, imbocchiamo una ripida salita su asfalto disconnesso, con pendenze quasi proibitive per poter correre agevolmente. Dopo qualche centinaio di metri (km 3.7), svoltiamo a sinistra vicino a Cascina Casotto e ci addentriamo nel bosco, percorrendo uno stretto sentiero sterrato su roccia, spesso invaso dai ruscelletti causati dalla continua pioggia. La salita continua inesorabile, senza dare un attimo di tregua, fino al quarto chilometro, quando scolliniamo nei pressi della graziosa Chiesa silvestre di Santa Maria in Argon. La successiva discesa si presenta più larga del precedente sentiero, facilmente corribile, anche se invasa da numerosissime e larghe pozzanghere fangose. Ritroviamo l’asfalto soltanto al km 5.6, continuando gradualmente a scendere lungo una bella e panoramica strada collinare, interrotta qua e là da qualche brevissimo strappetto, ma è solo al decimo chilometro che ci imbattiamo nella seconda salita importante di tutto il percorso, non troppo lunga a dir la verità, nei pressi del Castello di Cenate Sotto, seguita da una rapidissima discesa che ci porta sino alla ciclabile in pianura. Dopo il ristoro del tredicesimo chilometro, tra violente raffiche di vento e una pioggia che non accenna a diminuire, affrontiamo l’ultimo strappo importante, sempre su asfalto e lungo esattamente un chilometro. Da qui in avanti inizia una piacevole discesa e, al km 15.5, ci godiamo il panorama della campagna circostante ritrovando nuovamente lo sterrato su strada bianca e seguendo il corso del Torrente Seniga per almeno un paio di chilometri. Il tratto finale, completamente pianeggiante, privo di asperità e ideale per far correre le gambe, è il giusto coronamento di una tapasciata fortemente allenante, di poco più di 19 km di lunghezza per 426 metri di dislivello positivo totale complessivo. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2344032404 https://www.instagram.com/p/BxFXRnWFDRn/ La Sgambata alpina osnaghese si rivela essere davvero una bella non competitiva brianzola, insospettabilmente veloce, seppur ricca di numerosi tratti di sterrato e di qualche strappetto muscolare che non può che farci solo bene, condita da ampi squarci panoramici e dal primo vero caldo della stagione, comunque mai opprimente.
I primi chilometri scorrono via veloci su asfalto, in leggero saliscendi, e incontriamo una strada bianca soltanto poco prima del terzo chilometro, addentrandoci nelle zone più periferiche del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Dopo aver costeggiato per un breve tratto il Torrente Curone, svoltiamo a sinistra in prossimità del km 4.5 e, dopo qualche centinaio di metri, affrontiamo uno strappo vero, che ci porta al primo ristoro di Trecate Alto. Da qui il percorso continua su un bel sentiero sterrato in mezzo al bosco, ricchissimo di continui saliscendi e in leggera contropendenza sul versante destro della valletta della Molgoretta, prima di salire in maniera abbastanza decisa verso l’abitato di Maresso (particolarmente suggestivo è il passaggio sotto la caratteristica Mura dei Martinitt). Siamo al km 6.8 e, di fronte a noi, si apre un suggestivo squarcio sulle vicine Colline di Montevecchia, che ci godiamo per un intero chilometro in leggera discesa su asfalto. Il tratto successivo, davvero scenografico, si snoda in aperta campagna su strada bianca, per poi terminare con una violenta e veloce discesa su asfalto nei pressi di Lomaniga (km 8.3) e della Chiesa dei Santi Fermo e Rustico. Si svolta a destra, percorrendo un tratto di provinciale, prima di affrontare un nuovo sentiero erboso nel parco e un successivo lungo nastro d’asfalto in leggerissima discesa fino al decimo chilometro, quando svoltiamo a sinistra ritrovando un sentiero in salita nel bosco che ci porta fino a Montevecchia Bassa (km 10.7), per poi terminare nei pressi di Cascina Ceresè. Continuiamo mantenendo un buon ritmo fino al km 12.5, quando rientriamo nel parco, percorrendo un bel sentiero sterrato, a tratti coperto d’erba. Dal km 14 al 16.2 si sale leggermente, in gran parte su asfalto, per infine ritrovare un bel sentiero di circa un paio di chilometri, che ci riporta nell’abitato di Osnago. I chilometri percorsi alla fine saranno 20,5, con un dislivello positivo complessivo di 245 metri, quasi sempre corsi sotto i 5’00”/km senza mai entrare in affanno. Sensazioni pertanto ottime in vista delle Spartan di giugno. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2334468733 https://www.instagram.com/p/Bw7lOdFF6JP/ Si ricomincia a fare sul serio dopo la pausa pasquale e poco meno di una settimana di ferie trascorsa in sella tra Lombardia e Veneto.
Il percorso scelto, quello di una non competitiva CSI a Credaro, è davvero meritevole, ricco di belle vedute, sterrato e di un paio di salite spaccagambe realmente ardue. Partiamo tranquilli dal centro sportivo adiacente alla Parrocchia di Credaro, mantenendo subito un buon ritmo medio per i primi chilometri, corsi interamente su asfalto. A partire dal km 1.8 iniziamo una lunga discesa su asfalto che ci porta a costeggiare il Fiume Oglio. Al terzo chilometro incontriamo finalmente il primo strappetto su asfalto, costituito da un paio di tornanti non troppo ripidi sotto Castel Montecchio, e continuiamo fino al primo ristoro, posto nei pressi del km 4, accanto ad un agriturismo, per poi proseguire su un sentiero sterrato, a tratti invaso dal manto erboso, per almeno un altro chilometro abbondante, prima di costeggiare la romanica Chiesa di San Fermo e salire leggermente verso il Castello di Trebecco (km 5.6). Ritroviamo un sentiero d’erba dal km 5.9 al km 7, quando affrontiamo un breve strappetto nei pressi del Torrente Uria, che ci conduce in località Porto. Siamo all’ottavo chilometro e, dopo una rapidissima svolta a destra, ci inerpichiamo letteralmente lungo una massacrante e ripida scalinata su acciottolato lunga almeno trecento metri. Il paesaggio che si gode dall’alto è spettacolare, unitamente alla vista del medioevale Castello di Calepio e del successivo borgo con la Pieve di San Lorenzo. Si continua però inesorabilmente a salire e al km 8.8 ci imbattiamo in un vero e proprio muro di un chilometro di lunghezza, capace di mettere a durissima prova persino le gambe più allenate. La successiva Discesa del Pavone è bellissima, immersa nel bosco, e da cardiopalma, a tratti addirittura troppo ripida per poter essere corsa agevolmente. Non appena terminata la discesa, inizia un tratto su erba davvero ostico, in leggera salita fino al km 11 ma, poco prima di Celatica Tolari, iniziamo finalmente a scendere, recuperando un po’ di velocità. Nemmeno il tempo di rifiatare completamente e il percorso inizia nuovamente a salire a partire dal km 12.5, dapprima in una graziosa aperta campagna e, infine, in mezzo al bosco (l’ascesa dal km 13 al km 13.5 è davvero impegnativa). Soltanto a partire dal km 14.6 possiamo dire di aver finalmente superato ogni ostacolo e gli ultimi chilometri che ci separano dall’arrivo non presentano più difficoltà di rilievo. A ogni modo, con i suoi 497 metri di dislivello totale positivo, spalmati in soli 16,7 km, la non competitiva di Credaro può a ben diritto essere annoverata fra le tapa-trail più interessanti della zona. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2325085627 https://www.instagram.com/p/BwzH8mMloqT/ Altro lungo lento prima del mese di maggio, che si presenterà più impegnativo del solito, in vista delle tre OCR che affronterò nel mese di giugno.
Questa volta si torna nuovamente a correre in territorio bergamasco, con partenza dal centro sportivo di Cisano. Le condizioni atmosferiche, nonostante sia già metà aprile, sono decisamente anomale e un freddo abbastanza intenso ci accoglie sin dal primo mattino, condito da una pioggerella quasi costante piuttosto fastidiosa. Facciamo correre veloci le gambe sfruttando la prima discesa su asfalto e, dopo circa un chilometro e mezzo, raggiungiamo la prima strada bianca nei pressi della zona industriale, continuando a correre a un ritmo abbastanza elevato fino al ponte sul Torrente Sonna, nei pressi del quale svoltiamo a sinistra, affrontando un primo tratto abbastanza ostico, seppur pianeggiante, totalmente invaso dal fango. Il sentiero inizia a diventare ancor più difficile al terzo chilometro, quando ci inoltriamo per un breve tratto all’interno del bosco ai piedi del Monte Canto, dove gli organizzatori ci regalano un primo assaggio di puro trail running e uno strappetto da non sottovalutare. Oltrepassiamo il grazioso borgo medioevale di Odiago (km 3.5), ritrovando un lungo nastro di asfalto in leggero saliscendi, eccezion fatta per una veloce discesa su un paio di tornanti, fino al quinto chilometro. Una rapidissima svolta a destra su un ponticello che scavalca il Sonna e ci ritroviamo per almeno mezzo chilometro su un largo sentiero erboso invaso dal fango e numerosissime pozze d’acqua piovana. Continuiamo a salire leggermente e gradualmente, alternando sterrato e asfalto, fino alla provinciale nei pressi della rotonda di Pontida (km 7.4), nei pressi della quale imbocchiamo uno stretto passaggio, corrispondente al Sentiero JXXIII, che era solito percorrere Papa Giovanni XXIII quando risiedeva in queste zone. Il sentiero su acciottolato si inerpica con violenza per un breve tratto, per poi scendere velocemente sfruttando il greto di un torrente asciutto, ma la vera e propria salita spaccagambe nel bosco inizia al km 8.2 e termina solo al km 9.8, poco prima della strada che conduce a Celana e alla splendida Chiesa di Santa Maria Assunta (che merita una visita per la presenza di una pala del celebre Lorenzo Lotto). Si rifiata un po’ per circa un chilometro, prima di risalire ancora sul Sentiero 806r, decisamente ostico e reso ancor più arduo da fango, roccette affioranti ed acqua battente. La salita termina solo al km 12.4, poco prima di entrare in frazione Gronfaleggio e iniziare una lunga e veloce discesa su asfalto che ci riporta nei pressi del cimitero di Celana (km 14.7) per poi continuare verso Perlupario e l’abitato di Caprimo Bergamasco (km 17.8). Quando tutto sembra essere finito ecco un breve strappetto su scalini nelle vicinanze della Chiesa di San Zenone (km 18.6), ma ormai il più è fatto e manca poco al meritato e freddoloso ristoro finale. Il ritmo potrà non essere stato particolarmente elevato, ma i 483 metri di dislivello totale positivo e i quasi 20 km percorsi (con lunghi tratti di sentiero sterrato) rendono questa non competitiva un’ottima tappa di avvicinamento alle prossime Spartan Race di giugno. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2290009582 https://www.instagram.com/p/BwPk-RwlMa-/ Organizzazione impeccabile, serata con aria frizzante e un tracciato decisamente nervosetto (nonostante il non impossibile dislivello totale positivo di 199 metri) per questa seconda edizione del Mini Night Trail del Ciliegio Secolare, nel cuore della Brianza collinare.
Lampade frontali ben accese e si parte dal centro sportivo accanto a Cascina Foppa, assaggiando subito la morbida erba che circonda il campo da calcio, per poi continuare su asfalto almeno fino al km 2.4, quando incontriamo il primo tratto di sterrato e un breve strappetto che culmina in frazione Beldosso. Dopo una breve discesa su strada, svoltiamo a sinistra e ritroviamo un sentiero erboso in costante e leggera salita dal km 3.5 al km 4.3, quando iniziamo a scendere nuovamente dopo aver attraversato Cascina Simonte. Al km 4.7 ricomincia quasi subito lo sterrato e, fra strade bianche e stretti sentieri, costeggiamo dapprima Cascina Palazzina (km 5.2) e Cascina Casanesca (km 5.7), per addentrarci nel tratto più trail dell’intero percorso. Particolarmente suggestivo è il passaggio nei pressi del Ciliegio Secolare (km 6.2) e la successiva discesa nel bosco, subito seguita dall’attraversamento del Rio Bevera (km 6.6). Al km 7.2, in territorio di Capriano, affrontiamo una breve salita di tutto rispetto su strada bianca, lunga poco più di 300 metri, che mette a dura prova le gambe. Altrettanto muscolare e scivolosa è la discesa nei pressi di Cascina Molera (km 9). Dopo un nuovo attraversamento del Rio Bevera ci attende una lunga e suggestiva salita in mezzo al bosco, spesso su sentiero singolo, che non concede nessuna tregua per almeno un chilometro. Una rapidissima svolta a sinistra e imbocchiamo l’ultimo tratto prima dell’arrivo. Complice una partenza fin troppo veloce e la stanchezza accumulata durante la settimana lavorativa, il ritmo finale non è particolarmente buono, ma rimane comunque al di sotto dei 5’00”/km. Considerando i numerosi passaggi su erba, qualche discesa fangosa e la difficoltà causata dall’assenza di luce diurna, non posso comunque che ritenermi soddisfatto. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2285037455 https://www.instagram.com/p/BwK7-NeFhD6/ Insieme a quello di Basedow, il Sovrallenamento di Addison è una delle due tipologie di sindrome da sovrallenamento (certamente quella più diffusa) in cui possono incorrere più facilmente i corridori abituali.
Contrariamente al Sovrallenamento di Basedow, che presenta caratteristiche leggermente diverse e insorge più frequentemente in soggetti che svolgono allenamenti con sovraccarichi (tra cui gli atleti delle OCR), il Sovrallenamento di Addison è maggiormente riscontrabile in quegli individui che svolgono prevalentemente attività aerobiche di resistenza senza rispettare i naturali tempi di recupero dell’organismo. Ma quando possiamo renderci conto di esserci imbattuti in tale sindrome e, soprattutto, quali sono i sintomi principali che ne caratterizzano l’eventuale insorgenza? Vediamo insieme i più importanti:
A causa della grande genericità dei sintomi sopra appena riportati, risulta particolarmente difficile individuare in un soggetto l’insorgere del Sovrallenamento di Addison. Tuttavia, quando, dopo uno stress allenante di una certa durata, se le prestazioni sportive calano costantemente o si verifica invece un arresto totale dei miglioramenti adattivi fin lì sopraggiunti, possiamo affermare con un certo grado di ragionevolezza di essere in presenza di alcune indicazioni abbastanza evidenti di tale sindrome. Come fare per uscirne? Il riposo è assolutamente imprescindibile (almeno per 1-2 settimane), ma la ripresa dell’attività deve essere ben calibrata ed estremamente graduale, perché il Sovrallenamento di Addison si instaura dopo un lungo periodo di sforzo prolungato in cui non sono stati rispettati i corretti tempi di recupero e la strada per uscirne non è sempre breve. I sentieri e le pendici del Monte San Genesio non tradiscono mai, neppure le gambe più esigenti dei più appassionati corridori di trail running e, complice, un’ottima organizzazione e un percorso sapientemente disegnato, possiamo tranquillamente affermare che questa prima edizione del Ghost Town Trail Consonno risulta pienamente riuscita.
Dopo i duri allenamenti in palestra e due OCR corse tra febbraio e marzo avevo proprio bisogno di rilassarmi nei boschi, senza eccedere con il dislivello (comunque di tutto rispetto, visto che alla fine è risultato essere di 686 metri totali in salita) o un ritmo troppo serrato. Si parte in gruppo dal Palazzetto Ravasio di Olginate, percorrendo il lungolago in direzione nord per circa un chilometro, per poi svoltare a sinistra in una viuzza del centro storico e iniziare una graduale salita su asfalto, che inizia a diventare piuttosto impegnativa in località Praderigo, dove abbandoniamo la strada per imboccare un primo tratto sterrato che costeggia il Torrente Aspide. Ci addentriamo nei boschi del Monte San Genesio e, subito dopo il terzo chilometro, il sentiero inizia a farsi davvero impegnativo, con pendenze a volte notevoli, interrotto soltanto sporadicamente da qualche tratto di saliscendi. Il ritmo cala vistosamente, costringendomi a camminare in più punti, anche a causa della strettezza del sentiero e del grande numero di corridori che mi precedono, complice anche una partenza più che rilassata... Una leggera pioggerella inizia a scendere, rendendo particolarmente scivolosi alcuni passaggi su fango e roccette, senza però mai compromettere troppo l’andatura durante i tratti maggiormente corribili. Al km 5.5 abbandoniamo il sentiero e scorgiamo i primi edifici della città fantasma di Consonno, dove è posizionato il ristoro. Una rapida svolta a sinistra sull’asfalto ormai consunto e, dopo aver affrontato un breve strappetto prima del minareto in rovina, raggiungiamo il Cimitero di Consonno, imboccando una vecchia carrozzabile che ci riconduce all’interno del bosco. Dal km 8.5 al km 10 ci gettiamo in picchiata lungo un sentiero in discesa particolarmente tecnico e ricco di tornanti stretti, da affrontare tutto d’un fiato. Ancor più dura muscolarmente è la successiva discesa su asfalto in frazione Borneda, ma le fatiche non sono ancora finite, perché dal km 11.3 si ricomincia a salire, dapprima su asfalto e poi su uno stretto sterrato che costeggia la parte del monte prospiciente il lago. Davvero tecnica e quasi incorribile è l’ultima discesa su erba, posta al km 12.7, poco prima di rientrare nel comune di Olginate e correre l’ultimo tratto di questi splendidi 14, 6 km complessivi di un bellissimo tracciato. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2271542871 https://www.instagram.com/p/Bv89XsUl5dg/ |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
Categorie
Tutto
|