CORRENDO S'IMPARA!
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EQUIPAGGIAMENTO 3 – Sconfiggere il freddo!

15/11/2017

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I colori dell’autunno riscaldano il cuore, ma non la temperatura esterna! Le giornate si accorciano e il sole si rintana all’orizzonte sempre più presto, mentre l’inverno inizia a bussare prepotentemente alla porta. Come fare, dunque, per proteggersi dal freddo in maniera efficace, senza rifugiarsi a correre sul tappeto in palestra, rinunciando così ad una bella e rilassante corsa nel parco?
Vediamo insieme qualche piccolo accorgimento:
 
  • Vestirsi in maniera adeguata quando il freddo inizia ad essere davvero pungente, privilegiando un completo da corsa che copra gambe, braccia, mani e testa (senza però esagerare con gli strati sottostanti, specialmente per quel che riguarda la parte superiore del corpo);
 
  • Fare attenzione al vento. È stato infatti scientificamente dimostrato che, a parità di temperatura, in una giornata ventosa il nostro organismo percepisce naturalmente più freddo, perché il calore viene disperso più velocemente proprio a causa dell’azione del vento, che allontana dalla superficie corporea quel sottile strato di aria calda che ci avvolge. Tanto per fare un esempio, con una temperatura di 0° C e un vento di circa 6 nodi, percepiremmo addirittura una temperatura di -5° C;
 
  • Una volta usciti di casa, inoltre, evitate di toccare superfici fredde e/o congelate (neve, metalli, etc...), specialmente se non siete abituati ad usare i guanti, perché sarebbe buona norma avere sempre un isolante fra la nostra pelle e un corpo freddo. L’anno scorso, durante lo svolgimento del Via Lattea Trail, sono accidentalmente scivolato sulla neve e, benché avessi un doppio paio di guanti, il contatto con la supeficie ghiacciata mi ha quasi letteralmente congelato le dita, costringendomi ad una sosta tattica presso una baita, nel tentativo di recuperare un po’ di calore alle estremità;
 
  • Cercate di inspirare più spesso con il naso, permettendo così all’aria di riscaldarsi leggermente prima di entrare nei vostri polmoni. È inoltre consigliabile indossare uno scaldacollo (buff) che copra anche naso e bocca, aumentando l’umidità dell’aria in ingresso nella trachea;
 
  • Eseguite qualche esercizio di riscaldamento specifico per gambe e braccia al coperto, prima di uscire all’aperto. L’ideale sarebbe fare almeno una corsetta leggera su tapis roulant per qualche minuto, dal momento che gli effetti del riscaldamento perdurano per almeno una quindicina di minuti dalla cessazione dello stesso. Anche affondi, squat, piegamenti sulle braccia e un paio di serie di addominali contribuiranno ad aumentare leggermente la nostra temperatura corporea prima di affrontare il gelido inverno!
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EQUIPAGGIAMENTO 2 - ACCENDETE I RAZZI! – I ‘Booster’ e la ‘compressione graduale’

29/3/2017

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L’ossigeno è l’imprescindibile energia primaria che alimenta il nostro organismo ed è proprio grazie all’ossigeno che il sangue viene trasportato nelle vene e nelle arterie.
In particolar modo, le vene sono le principali responsabili dell’eliminazione delle tossine durante la fase di ritorno del sangue al cuore. Un’attività intensa e di lunga durata (come può senz’altro esserlo la corsa di resistenza) mette sempre a dura prova i nostri polpacci, che si comportano come delle vere e proprie spugne, riempiendosi di sangue, il quale, successivamente allo sforzo e al conseguente accumulo di tossine, fatica un po’ a trovare la strada verso il cuore e a riossigenarsi in modo efficace. Tutto ciò, secondo quanto sostengono alcuni ricercatori, causa una dilatazione venosa potenzialmente dannosa per il muscolo, che inizia a diminuire le proprie prestazioni, rimanendo esposto anche ad un maggior rischio di infortunio.
È possibile evitare di andare incontro a tutto questo o, quanto meno, ritardarne gli effetti?
Molti corridori pensano che sia assolutamente possibile indossando gli ormai famosissimi e diffusissimi Booster, ossia delle simil-calze, tubolari o vere e proprie calze a compressione graduale¸ disegnate per aderire perfettamente alla pelle, ma con una pressione decisamente maggiore a livello del polpaccio e minima o nulla a livello della caviglia e del piede.
Personalmente utilizzo i Booster ormai da quasi otto anni (sono stato quasi un precursore, acquistandoli nel 2009!), ma siamo davvero certi che, come sostengono i loro principali produttori, l’applicazione della compressione graduale permetta un miglior recupero dello sforzo e prestazioni conseguentemente più elevate?
Secondo il mio personalissimo parere no...
Non possiamo esserne certi, perché, nonostante le ricerche effettuate in merito, non abbiamo ancora la dimostrazione assoluta che, tramite l’utilizzo dei Booster, possano verificarsi le condizioni sopra citate e la conseguente eliminazione delle tossine dalle gambe. Senza contare che, se davvero i Booster fossero così efficaci, allora li vedremmo utilizzati massicciamente da tutti gli atleti professionisti (un po’ come accadde nel nuoto quando furono introdotti i super-costumi che simulavano la pelle di squalo e che, effettivamente, sbriciolavano tutti i precedenti primati) e ciò, invece, non accade e dubito che accadrà in futuro.
Facendo riferimento alla mia esperienza posso semplicemente affermare che, a livello epidermico, la sensazione causata dall’utilizzo dei Booster è senz’altro positiva e sembra offrire maggior sostegno e contenzione al muscolo durante le corse in montagna o su terreni particolarmente accidentati, ma non ho mai davvero notato particolari differenze per quel che riguarda il recupero e il miglioramento delle prestazioni, a tal punto che solitamente non li indosso durante gli allenamenti infrasettimanali, ma soltanto nei lunghi della domenica, dove sento la necessità di supporto ai polpacci.
Posso invece affermare con un certo grado di sicurezza che male non fanno.
Ordunque... Booster sì o Booster no?
Nel dubbio, dal momento che male non fanno, la risposta è affermativa.
Booster sì|
Tentar non nuoce mai...
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EQUIPAGGIAMENTO 1 - SCARPE DIEM... – La scelta della scarpa

9/3/2017

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​A meno che voi non siate Abebe Bikila o Bruce Tulloh il vostro principale acquisto periodico sarà inevitabilmente quello delle scarpe, ma siete davvero certi di saper scegliere la calzatura giusta? Cerchiamo di sgombrare il campo dai dubbi più comuni e di fare un po’ di chiarezza sulle varie tipologie a nostra disposizione.
Esistono diversi tipi di scarpe da corsa, sinteticamente classificate nel seguente modo:
 
A0 = note anche come Minimaliste. Ben difficilmente vi troverete ad usarle, in quanto vengono quasi esclusivamente utilizzate per le corse corte e veloci. Sono pertanto adatte ai velocisti, molto leggere (circa 200-250 grammi) e hanno un differenziale (ossia la differenza tra la pianta del piede e il tallone) variabile da 0 a 10 millimetri, particolare che mette spesso a dura prova il tendine d’Achille di chi le utilizza in allenamento. Mancano totalmente di stabilità, ma permettono ampia libertà di movimento alle dita del piede.
 
A1 = molto simili alle A0, denominate anche Superleggere. Solitamente pesano meno di 250 grammi e vengono usate dai professionisti durante le gare o in pista, al posto delle scarpe chiodate. Non garantendo nessun tipo di ammortizzazione non sono adatte a tutti i corridori che pesano più di 70 kg, ai pronatori (ossia a chiunque abbia un appoggio del piede verso l’interno) e, in generale, a tutti coloro che non possiedono una perfetta postura e tecnica di corsa.
 
A2 = le Intermedie. Scarpe piuttosto leggere e veloci (dai 250 ai 300 grammi), adatte a persone che pesano meno di 75 kg e, in alcuni casi, dotate anche di un supporto antipronazione. È possibile utilizzare le intermedie sia in allenamento che in gara ma, a ogni modo, vista la loro leggerezza, non sono particolarmente adatte sia ai supinatori (appoggio del piede verso l’esterno) che agli iperpronatori.
 
A3 = note anche come Neutre o di Massima Ammortizazione. Pesano fra i 300 e i 400 grammi e sono solitamente dotate di una suola ben ammortizzata, in grado di assorbire gran parte degli impatti del piede sul terreno e di proteggere il tallone di Achille grazie a un buon differenziale. Le scarpe neutre sono particolarmente adatte a tutti quei corridori non professionisti che hanno una buona tecnica di corsa, pesanti non più di 80 kg, oppure per i supinatori e per coloro che sono leggermente pronatori.
 
A4 = pesanti all’incirca come le neutre, vengono classificate come Stabili. Sono sostanzialmente scarpe A3 dotate di un supporto di stabilità che impedisce l’iperpronazione del piede e, dunque, esclusivamente adatte a pronatori ed iperpronatori o, in determinati casi, a corridori pesanti più di 80 kg.
 
A5 = amate il fango, l’erba e le rocce scivolose? Allora non potete fare a meno delle Scarpe da Trail perché tutte le gare su fondo sterrato o le corse in montagna necessitano di scarpe ben ammortizzate (come le A3), ma dotate di un’ottima presa sul terreno grazie a una suola a carro armato. Hanno un peso variabile fra i 300 e i 400 grammi e sono anche dotate di un fondamentale supporto alla caviglia al fine di proteggerla da eventuali storte dovute all’accidentata conformazione del terreno. Per tali caratteristiche le A5 sono adatte a chiunque, anche a coloro che non sono soliti cimentarsi in una gara in montagna o sui sentieri sterrati tipici delle gare Trail.
 
A7 = le leggendarie Chiodate, adatte esclusivamente a chi pratica atletica leggera su pista, pesanti meno di 200 grammi e dotate di tacchetti intercambiabili sull’avampiede. 
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    Davide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni.

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