Non potevano trovare un nome più appropriato per questa piacevolissima tapasciata brianzola, quasi interamente corsa su sentieri in mezzo ai boschi e ad amene campagne.
Il percorso si presenta comunque molto allenante, con scarsissimi tratti pianeggianti e un dislivello complessivo di 502 metri, per un totale di poco più di 27 chilometri. Partenza nei pressi della Chiesa di San Vincenzo, in frazione Cremnago, e ci si addentra subito all’ombra degli alberi in un sentiero sterrato in leggera discesa, inoltrandosi poi nel panoramico PLIS “Zocc del Peric”, alternando brevi tratti di aperta campagna ad altri totalmente immersi nel bosco. Al km 3.5 affrontiamo un breve e piuttosto duro strappetto in salita su asfalto, nei pressi della Villa-Castello Durini, in frazione Fabbrica Durini, per poi tornare a scendere velocemente verso il territorio di Alzate Brianza e trovare il primo ristoro nei pressi del Santuario della Madonna di Rogoredo. Continuiamo sempre in leggerissima e dolce discesa all’interno dello scenografico Parco della Brughiera Briantea fino al km 9.5, costeggiando la Roggia Lubiana in secca, all’interno di una piccola e affascinante vallata, prima di affrontare il vero secondo e impegnativo strappo in salita che conduce fino al centro di Brenna. Impossibile descrivere la bellezza dei successivi sentieri affrontati all’interno del Parco, costellati da innumerevoli saliscendi, svolte improvvise e traballanti ponticelli su piccoli torrenti. A mano a mano che il tempo passa aumenta anche il caldo e il ritmo, di conseguenza, tende a scendere, complice anche la fatica causata dal terreno piacevolmente accidentato. Terzo strappo da affrontare con rispetto nei pressi di Cascina Incasate ed un altro ancora prima dell’abitato di Pozzolo Inferiore, dopo aver costeggiato il laghetto Testa del Nan. Ritornando a Brenna e inoltrandosi nuovamente all’interno del Parco della Brughiera Briantea, notiamo con curiosità (e un po’ di nostalgia) un cartello indicante la Tana del Luff, rifugio dell’ultimo lupo brianzolo, ormai purtroppo scomparso da molto tempo da queste bellissime contrade! Il caldo si fa quasi soffocante, ma l’arrivo è ad un passo e, dopo l’ultimo chilometro in salita, ecco ricomparire la chiesa di Cremnago e il ricco ristoro finale! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari della Marciaverde della Brianza! https://www.strava.com/activities/1010614190
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Un sabato all’insegna della conquista di svariate vette!
Un sentiero ad anello dominante su tutta la Val Ravella, con partenza e arrivo a Canzo, che si snoda lungo una cresta estremamente panoramica e che tocca, in ordine di successione, il Cornizzolo, il Monte Rai, il Prasanto, il Sasso Malascarpa e i tre celeberrimi Corni di Canzo, i quali si stagliano massicci a picco sul ramo orientale del Lago di Como. Consiglio a tutti di affrontare l’escursione con delle buone condizioni atmosferiche perché, in caso di pioggia, il sentiero, specialmente nella prima parte, potrebbe diventare eccessivamente fangoso e, conseguentemente, scivoloso. I primi chilometri si presentano piuttosto impegnativi, in costante salita, ma decisamente molto piacevoli, in quanto si costeggia per lungo tratto il Torrente Pèsora, immersi in un imponente bosco di caducifoglie, interrotto soltanto da sparute radure erbose, che si fanno via via sempre più grandi nei pressi della sommità del Pèsora, anticima del Cornizzolo, posto ad un’altitudine di 1.196 metri. Un occhio esperto potrà facilmente riconoscere dapprima il Lago del Segrino (che compare alla nostra destra sulla cresta che conduce al Pèsora) e, poi, in rapida successione, il Lago di Alserio, il Lago di Pusiano e il Lago di Annone, che si stagliano come vere e proprie perle nel panorama dell’Alta Brianza. Un facile sentiero a mezza costa ci conduce alla cima del Cornizzolo (1.241 metri), dal quale possiamo facilmente vedere i nostri prossimi e vicini obiettivi. Lasciandoci alle spalle il Rifugio Marisa Consiglieri, raggiungiamo in breve tempo la vetta del Rai (1.259 metri), dal quale, scendendo, ci addentriamo nel fiabesco bosco della Riserva Naturale del Sasso Malascarpa¸ conquistando prima la cima del Prasanto (1.244 metri) e, infine, quella del Sasso Malascarpa (1.198 metri), dal quale è possibile ammirare i meravigliosi Campi Solcati, una stranissima formazione geologica generata dall’acqua che vi scorreva sopra in tempi remotissimi. A questo punto il sentiero scende in maniera vistosa sino alla fonte dell’Acqua del Fo’, per poi risalire violentemente, senza lasciare scampo, sino alla Bocchetta di Luera, posta a metà strada fra il Corno Centrale e il Corno Orientale di Canzo. Arrivare al Corno Orientale (1.232 metri) non presenta alcuna difficoltà di carattere tecnico e, in pochi minuti di camminata, dopo aver svoltato a destra dalla Bocchetta di Luera, è possibile godere di una splendida vista che spazia da Lecco verso meridione, fino al Lago di Garlate¸ al Lago di Olginate e alla sottostante Valle dell’Adda. Da qui in avanti è necessario considerare molto bene l’ascesa ai restanti Corni, perché il sentiero (se è possibile parlare di “sentiero”) si presenta estremamente tecnico, con tratti esposti molto ripidi e attrezzati con catene in più punti. Ma ormai la smania di conquista è elevata e avanziamo sicuri verso la parete attrezzata del Corno Centrale (1.368 metri), aggredendolo in pochi ed esaltanti minuti di adrenalinica ascesa, seguita da una discesa altrettanto difficile, da affrontare con la dovuta calma. Dopo essere transitati alla base del Corno Occidentale, imbocchiamo uno stretto canale, che si inerpica quasi in verticale verso la vetta (1.373 metri), senza nemmeno l’ausilio di una catena! Gran parte della fatica è fatta; qualche minuto di raccoglimento dinanzi all’intero arco alpino occidentale e poi di nuovo giù in picchiata lungo l’inquietante ed esposto Passo della Vacca, oltrepassato il quale si giunge finalmente alla pietraia di scolo nei pressi del versante settentrionale. Da qui fino al Rifugio Terz’Alpe è un susseguirsi di sassi e radici in discesa, capaci di mettere a dura prova anche le gambe più allenate, ma il restante sentiero su strada bianca fino a Canzo è facilmente affrontabile da chiunque. Che dire in merito alla Traversata delle 7 Cime? Splendida, meravigliosa, addirittura possente in alcune parti, nonostante non vengano raggiunte quote particolarmente elevate. Rispetto per i Corni di Canzo... sempre... Di seguito il collegamento con i dettagli della Traversata delle 7 Cime: www.strava.com/activities/997467920 Ritorno finalmente alla corsa dopo poco più di due settimane di cammino a piedi lungo le sacre sponde del Tevere, dalla foce fino alla sorgente (esperienza straordinaria, che meriterebbe un lungo articolo a parte).
Niente di meglio che ripartire con una bella tapasciata organizzata (come sempre in maniera impeccabile) dal gruppo dei Marciacaratesi di Carate Brianza! Percorso di 20,7 km in totale, estremamente panoramico ed allenante, con 409 metri complessivi di dislivello positivo. Si parte dal Parco, storico luogo di ritrovo della ben più nota e autunnale Carate tra il Verde e l’Antico, per poi scendere subito in direzione del Parco della Valle del Lambro e affrontare il primo breve strappetto al secondo chilometro, immergendosi infine nel verdeggiante sentiero che costeggia il fiume. Altra breve salita al km 3.5 (che ci allontana dal Lambro) e poi un lungo tratto pianeggiante e assolato fin quasi al centro storico di Albiate, in prossimità del quale si affronta una ripidissima discesa su acciottolato che sbuca a Triuggio, in frazione Ponte. Il percorso prosegue quindi nuovamente su sentiero, tornando a costeggiare il Lambro, senza eccessivi scossoni sino al km 6.5; è a questo punto che bisogna letteralmente mettersi le gambe in spalla e affrontare un lungo e costante tratto in leggera salita di circa quattro chilometri, fino a Cascina Montemerlo. Lo sforzo è comunque ben ripagato dall’apparire del maestoso e selvatico Bosco di Chignolo, in cui ci addentriamo poco dopo il decimo chilometro. Le recenti piogge ci costringono a prestare particolare attenzione durante la discesa su sentiero fangoso, che conduce fino alla Valle del Rio Cantalupo, e al successivo e intenso strappo che ci porta fuori dal bosco, dopo circa un chilometro corso all’ombra. La vista sui prati e sulla Villa Sacro Cuore¸ un superbo complesso architettonico risalente al XVI secolo, è decisamente magnifica, ma non pensate di rilassarvi troppo, perché la strada continua a snodarsi in leggerissima salita, seppur su asfalto (eccezion fatta per un tratto di aperta campagna) per quasi altri quattro chilometri! Assolutamente degno di nota è il passaggio accanto al complesso di Cascina Zuccone Robasacco, le cui architetture neogotiche lasciano senza fiato, e al bellissimo oratorio neoclassico La Rotonda di Tregasio. Siamo ormai poco oltre il quindicesimo chilometro e la strada inizia finalmente a scendere, alternando qualche saliscendi nei pressi di Calò, per poi immergersi ancora nel parco. Mezzo chilometro di discesa da correre di gran carriera, prima di tornare in vista del Lambro, che costeggiamo fino ad Agliate, dopo aver oltrepassato i piccoli e fiabeschi anfratti delle Grotte di Realdino e, infine, ultimo breve tratto di salita prima del meritato arrivo finale! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/986065115 |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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