CORRENDO S'IMPARA!
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4 ᵃ STRABESANA – BESANA IN BRIANZA (MB) – 26/02/2017 

27/2/2017

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La Strabesana si rivela essere una piacevole sorpresa nel panorama delle tapasciate brianzole e il numero elevato dei partecipanti ne è la dimostrazione più lampante.
Il percorso, che alterna lunghi sentieri sterrati a veloci tratti su asfalto, è adatto a chiunque la affronti come un buon allenamento domenicale in vista di qualche gara veloce.
Contrariamente ad altre non competitive delle zone circostanti, la Strabesana non presenta salite che tagliano le gambe, anche se, al termine di tutto il nostro sforzo, il cardiofrequenzimetro segna comunque un dislivello complessivo di quasi 337 metri.
I primi chilometri si snodano rapidi tra i sentieri e le strade di Villa Raverio e Naresso; particolarmente suggestivo è il Sentiero della Chiesuola, nei pressi dell’abitato di Renate, e il tratto corso lungo il Rio Bevera.
In prossimità del decimo chilometro incontriamo un piccolo e breve strappo in salita, da affrontare con la dovuta cautela, anche se nei chilometri immediatamente successivi il paesaggio agricolo, tra maneggi, continui saliscendi e vasti campi coltivati, ci invoglia ad aumentare l’andatura e a spingere anche un po’ più del solito.
Da non sottovalutare, a ogni modo, è il sentiero in salita nelle vicinanze dell’Agriturismo Brusignone, ma ormai il più è fatto e gli ultimi chilometri, quasi sempre corsi in aperta campagna, rappresentano la giusta passerella finale verso l’arrivo di questa partecipatissima non competitiva.
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/880385610
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34 ᵃ MARCIA DELLA SOLIDARIETA’ – MISSAGLIA (LC) – 19/02/2017 

21/2/2017

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Si torna subito a correre di nuovo fra i sentieri del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, dopo il Trofeo Ambrogio Longoni di Bevera di Sirtori.
Questa volta la partenza è fissata a Missaglia, poco distante dalla centralissima Basilica di San Vittore.
Tutto facile per il primo chilometro e mezzo, interamente su asfalto e in costante discesa fino all’imbocco della suggestiva Valle Santa Croce¸ quando iniziamo ad affrontare la tipica strada bianca di campagna e i primi dolci saliscendi.
Il percorso rimane facilmente corribile almeno fino al km 5, in prossimità della frazione Molinata, dalla quale si dipana una lunga salita di quasi quattro chilometri, da affrontare con rispetto, sebbene sia interamente su asfalto.
Ed ecco che, dopo aver toccato i 501 metri di altitudine, entrano finalmente in azione le nostre amatissime scarpe da trail!
La discesa verso Bernaga Inferiore è tecnica, sterrata e costellata di affioramenti rocciosi. La tapasciata, che avevamo creduto facile sino a qualche minuto prima, si trasforma all’improvviso in un mini-trail, senza lasciarci nemmeno un attimo di tregua.
Dopo un breve strappo nelle vicinanze del Monastero di Bernaga e un altrettanto breve discesa, il sentiero, immerso nel bosco del parco, si fa sempre più accidentato, in costante e inesorabile salita fino a quota 520, al km 11,4.
Il ristoro a Lissolo è una vera e propria boccata d’ossigeno dopo la fatica appena patita e la consapevolezza che, d’ora in avanti, la parte più faticosa del percorso è ormai alle spalle, ci invoglia ad aumentare sensibilmente il ritmo.
La successiva discesa su asfalto è bella, velocissima e scorrevole.
Eccezion fatta per alcuni brevi strappi in prossimità di Sirtori e di Viganò, alternati ad alcuni sentieri su sterrato, la strada si dipana scorrevole fino all’arrivo, senza impegnare particolarmente la muscolatura delle gambe.
L’ottima organizzazione e un buon disegno del tracciato rendono senz’altro la Marcia della Solidarietà di Missaglia degna di essere corsa ancora!
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/872067858
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SENTIERO DELLE CRESTE – MONTE BARRO (LC) – 11/02/2017

20/2/2017

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Non si vive di sola corsa e, quindi, un sabato dedicato al trekking sulle scoscese pendici del Monte Barro!
Il solitario massiccio che nasconde la vista della pianura e dei laghi briantei alla città di Lecco si presenta immerso nella bruma invernale, ma un sole insolitamente caldo per il periodo ci costringe a togliere i pesanti cappotti per avanzare un po’ più leggeri.
Non lasciatevi ingannare dall’altezza della vetta, piuttosto contenuta (922 metri s.l.m.), perché il Sentiero delle Creste (in special modo l’ultimo tratto) è consigliato a “escursionisti esperti”, come riportano i cartelli turistici disseminati strategicamente sul percorso.
Partendo dal centro storico di Galbiate si entra nel Parco del Monte Barro da Via dell’Oliva e, dopo circa un chilometro di sentiero carrabile, la strada curva improvvisamente a sinistra, addentrandosi nel bosco, in direzione del III Corno. La pendenza di questo tratto è davvero notevole, in grado di tagliare letteralmente le gambe ai meno abituati alle passeggiate in montagna, ma il panorama che si staglia all’orizzonte, con il massiccio del Resegone e le Grigne in lontananza, è da mozzare il fiato.
Dopo aver raggiunto la prima vetta, il cammino verso il II e il I Corno diventa più agevole, eccezion fatta per un tratto davvero arduo, in cui siamo costretti ad utilizzare le mani per arrampicarci sulle rocce esposte. Una breve sosta alla sella del Sasso della Pila¸ un masso erratico quasi certamente modellato da antichissime mani umane, e si riparte ancora verso il culmine della montagna, prima del quale dobbiamo affrontare una breve e ulteriore arrampicata.
In vetta il dislivello complessivo in salita ammonta a quasi 550 metri (non male per una semplice scampagnata!) e, dopo la meritata sosta, scendiamo verso la Sella dei Trovanti e l’Eremo, nei dintorni del quale merita assolutamente una visita il Parco Archeologico dei Piani di Barra (con annesso Antiquarium), antico insediamento sorto dapprima su un castrum romano ed occupato, in seguito, dagli Ostrogoti.
Il Monte Barro, quasi sconosciuto ai più, regala tutto questo: paesaggi immersi nella natura, tipicamente alpini, storia, archeologia e curiosità etnografiche (merita una visita, infatti, anche il Museo Etnografico dell’Alta Brianza nel borgo storico di Camporeso)!
Di seguito il link con i dettagli dell’ascesa alla vetta:
https://www.strava.com/activities/872067838
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ALLENAMENTO MENTALE 1 - IL GRILLO PARLANTE – Il cervello che mente (come superare il “Muro” del maratoneta).

15/2/2017

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​Nel celebre romanzo di Carlo Collodi “Le avventure di Pinocchio – Storia di un burattino”, il Grillo Parlante appare soltanto quattro volte e, contrariamente a quanto avete probabilmente visto nel famosissimo cartone animato di Walt Disney, sapete cosa accade realmente al povero insetto nel quarto capitolo del capolavoro collodiano? No? Ve lo dico io... muore spiaccicato a causa di un martello che Pinocchio, stufo di sentire i suoi rimproveri, gli lancia addosso...
Ho scritto questa breve introduzione soltanto per dimostrarvi che il Grillo Parlante, ossia la coscienza del burattino Pinocchio, si comporta proprio come farebbe il nostro cervello durante uno sforzo prolungato, ossia quando ci intima a più non posso di fermarci, di tirare il fiato e di riposare un po’.
Il cervello è la nostra coscienza e tende a proteggerci sempre, talvolta mentendo anche in maniera spudorata, ma spetta sempre a noi comprendere davvero quando possiamo fare realmente a meno dei suoi accorati avvertimenti.
Che accada a metà strada lungo un’erta salita o durante una ripetuta corsa con il cuore in gola (e consapevoli che ne dobbiamo correre ancora un bel po’...) il cervello, percependo che il nostro organismo è sottoposto a uno sforzo non indifferente, lancia molteplici segnali di allarme, primo fra tutti l’ordine di fermarci al più presto.
Quante persone avete visto bloccarsi all’improvviso, a pochissimi chilometri dalla fine di una maratona o di qualsiasi altra gara, persino di una 5 km, ormai quasi totalmente incapaci di fare qualsiasi altro passo? Che abbiano davvero depauperato ogni scorta energetica, ogni singola molecola di ATP, sbattendo contro il fatidico “muro”? In alcuni casi è probabile, ma per molti di loro si tratta semplicemente di un blocco psicologico, di una crisi spesso passeggera, ma che non sanno minimamente come affrontare; e questo è semplicemente dovuto al fatto che hanno seguito il consiglio del loro cervello, ossia quello di fermarsi per evitare danni maggiori all’organismo.
Tuttavia la mente non è completamente consapevole del fatto che la gara terminerà fra soli due chilometri e, basandosi sulle reazioni organiche a livello corporeo, ci intima giustamente di cessare qualsiasi prestazione, temendo che si possa continuare ancora per molto altro tempo.
È a questo punto che entra in gioco la forza di volontà, capace persino di contrastare i segnali in arrivo dal sistema nervoso centrale; il cervello, infatti, mente ogni volta che andiamo un po’ oltre le nostre prestazioni abituali, ma possiamo sempre perdonarlo, perché è in assoluta buona fede. Proprio per tale motivo possiamo anche ignorarlo per un po’, consapevoli del fatto che le nostre riserve energetiche dureranno ancora per i pochi chilometri che ci separano dal traguardo o per le ultime ripetute che ci attendono prima della fine dell’allenamento.
Ogni volta che sentite sopraggiungere una crisi, respirate profondamente almeno una decina di volte, recitando una frase d’incoraggiamento che ritenete possa esservi utile, non date ascolto al vostro cervello e continuate a correre, anche se l’impulso di fermarvi e di piegarvi sulle ginocchia è quasi irresistibile. Siate consapevoli, invece, che il nostro corpo è più forte di quel che pensate e il nostro pensiero non corrisponde altro che al nostro cervello, programmato proprio allo scopo di proteggere il corpo che lo contiene. Non sempre l’adrenalina e la noradrenalina sono necessarie, perché spesso basta semplicemente convincersi dei propri mezzi e nessuna difficoltà vi apparirà poi così insormontabile.
E, per ultimo, ma non per importanza, non preoccupatevi del pericolo di offendere il cervello se durante le corse più impegnative non gli darete troppo ascolto. Allo stesso modo del Grillo Parlante di Pinocchio (che ricompare vivo e vegeto nel trentaseiesimo capitolo della storia) al termine di ogni vostra gara o allenamento, quando vi concederete il meritato riposo, lui non vi serberà alcun rancore e, piano piano, capirà che la prossima volta non dovrà essere così apprensivo nei vostri confronti, concedendovi qualche chilometro in più prima di tornare a far sentire la sua voce.
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39 ° TROFEO AMBROGIO LONGONI – Bevera di Sirtori (LC) – 12/02/2017 

13/2/2017

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Nuovo percorso e tanti splendidi sentieri, boschivi e non, per il 39° Trofeo Ambrogio Longoni, che si conferma ancora una volta come una delle più belle non competitive brianzole; un vero e proprio mini-trail, grazie anche al fatto che l’intera corsa si snoda in gran parte all’interno del suggestivo Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
Clima tutto sommato molto mite per il periodo invernale e partenza subito in leggera salita dalla zona industriale di Bevera di Sirtori.
Dopo poche centinaia di metri ci si immerge subito nel primo tratto di sterrato, non particolarmente impegnativo, ma al secondo chilometro ecco iniziare la prima vera salita, un misto di asfalto (poco, a dire il vero) e sentieri in mezzo al bosco! La affrontiamo con la dovuta cautela e rispetto fino a raggiungere il Monastero di Bernaga, dopo il quale ci attende una breve discesa tecnica che costeggia l’abitato e ci conduce nei pressi della Cascina La Costa.
Il paesaggio della Valle del Curone mozza il fiato e, percorrendo la vecchia strada che attraversa i minuscoli borghi agricoli di Galbusera Nera e Galbusera Bianca, ci prepariamo ad affrontare un’altra lunga salita sterrata.
Di fronte a noi si dipana uno stretto sentiero di grande bellezza che, dopo essersi inerpicato sin sulla cima della Collina dei Cipressi (una delle tre enigmatiche e ancora poco indagate Piramidi di Montevecchia) e aver costeggiato il Belvedere Cereda, ci conduce nuovamente all’abitato di Bernaga, in prossimità del km 11.
Sebbene manchino soltanto poco più di 6 chilometri all’arrivo, gli organizzatori ci regalano una bella discesa, decisamente molto tecnica, lungo il Sentiero dei Sassi e un’ultima, inesorabile e impegnativa salita fino alla piccola frazione di Lissolo, autentico culmine di tutta la tapasciata, con i suoi 524 metri di altitudine.
Da qui in avanti è possibile tirare finalmente il fiato e gettarsi a capofitto lungo il sentiero sterrato che sbuca nei pressi del borgo di Ceregallo (antichissimo insediamento di origine gallo-romana) e continuare a rotta di collo fino all’arrivo, sfruttando l’asfalto velocissimo dell’ultimo tratto del percorso.
Non posso che spendere parole di elogio per l’organizzazione complessiva e il disegno finale del tracciato, lungo poco meno di 18 km e con un dislivello positivo complessivo di 539 metri, che ripaga sempre in pieno le mie aspettative!
Clicca sul link sottostante e osserva altimetria e percorso del Trofeo Ambrogio Longoni.
https://www.strava.com/activities/863768740
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ANTROPOMETRIA 1 - che piedi hai? - I segreti dell’arco plantare

8/2/2017

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Normale Pronatore¸ Iperpronatore o Supinatore? Questo il dilemma...
Come riuscire a capire a quale tipologia appartenga il proprio arco plantare, allo scopo di poter acquistare le scarpe di corsa più adatte?
Un metodo molto semplice, che non richiede la visita presso alcun podologo o fisioterapista, è quello del Test del bagnato, il quale può essere tranquillamente eseguito a casa senza particolari difficoltà.
Dovrete innanzitutto bagnare la pianta di uno dei vostri piedi e poi appoggiarlo su un foglio o su un qualsiasi altro supporto in grado di mettere bene in evidenza l’intera impronta che avrete lasciato su di esso.

Nel caso in cui il vostro arco plantare non presenti particolari caratteristiche, comparendo per circa la metà della propria superficie, allora potete dormire sonni tranquilli. I corridori con Arco Normale o Medio sono Normali Pronatori, la cui caviglia ruota leggermente verso l’interno per assorbire al meglio gli urti con il terreno. In tal caso è possibile optare per scarpe A3 (Neutre o di Massima Ammortizzazione) oppure scarpe A4 (Stabili) nel caso in cui si abbia qualche chilo in più del dovuto.

In presenza di Arco Alto (visualizzazione di una sottile striscia sul lato esterno, della zona anteriore del piede e di parte del tallone) siete certamente dei Supinatori, che non assorbono mai completamente gli impatti con il terreno durante la corsa. Le scarpe che meglio si adattano ai supinatori sono le A3 (Neutre o di Massima Ammortizzazione).
​

Qualora tu avessi, invece, un Arco Piatto o Basso, con visualizzazione di quasi tutta la superficie dell’arco plantare, significa che sei un Iperpronatore e che, conseguentemente, quest’ultimo tende a collassare troppo verso l’interno. Gli iperpronatori possono di preferenza rivolgersi all’acquisto di scarpe A4 (Stabili), dotate di supporto antipronazione.
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35 ᵃ CAMMINATA A ROBBIANO – Robbiano di Giussano (MB) – 05/02/2017 

6/2/2017

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​Dopo la grande fatica della Ronda Ghibellina avevo bisogno, almeno nelle intenzioni, di un lungo lento di ricostruzione ma, sin dalle prime battute, la Camminata a Robbiano si è rivelata essere la classica e ostica tapasciata brianzola che è meglio non sottovalutare mai!
Nonostante la pioggia battente della scorsa settimana le condizioni atmosferiche alla partenza sono, tutto sommato, accettabili e i primi quattro chilometri del percorso si snodano lungo l’asfalto cittadino, sempre in leggerissima salita. Si affronta poco dopo il primo tratto sterrato del Parco della Valle del Lambro e, dopo aver oltrepassato il Laghetto di Giussano ed essersi ricongiunti alla strada, una lunga discesa ci accompagna sino al fiume, dal quale si dipana un sentiero in lenta e quasi costante salita fino a poco oltre il decimo chilometro.
La presenza dello sterrato e di tratti scivolosi impongono l’utilizzo di scarpe da trail e la discesa in prossimità di Capriano va affrontata con estrema cautela a causa della presenza di una vasta porzione di asfalto totalmente ghiacciato.
Dal km 11 al km 16 diventa perfettamente comprensibile che chi è giunto a Robbiano pensando di correre una tranquilla tapasciata domenicale ha sbagliato qualche calcolo...
Bellissimi sentieri in mezzo al bosco, nervosi e continui saliscendi, cambi di direzione e brevi strappi costringono a mantenere sempre alta l’attenzione, affannando il respiro in più d’una occasione.
Dopo essersi lasciati alle spalle l’abitato di Briosco si affronta una lunga e inesorabile salita nei dintorni di Cascina Colombaio, prima di gettarsi in picchiata in una panoramica e facile discesa che ci conduce in prossimità della splendida Basilica di Agliate¸ vero e proprio gioiello storico-architettonico di tutto il circondario, e del ponte sul fiume Lambro.
Mancano soltanto pochi chilometri all’arrivo ma, prima di entrare a Verano Brianza, ci attende l’ultima massacrante salita (lunga poco meno di un chilometro!) con pendenze che raggiungono perfino il 12% in alcuni tratti!
Ormai è quasi fatta e raggiungiamo il centro sportivo di Robbiano con il suo ricco ristoro e un ottimo riconoscimento finale a base di pasta fresca.
Al termine della mattinata i chilometri totali sono 24, con 389 metri di dislivello complessivo. Davvero non male come “rientro lento di ricostruzione”!
Ottima tapasciata, splendidamente organizzata, da correre senz’altro ancora in futuro.
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
​https://www.strava.com/activities/856007007
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7ᵃ RONDA GHIBELLINA – Castiglion Fiorentino (AR) – 29/01/2017

1/2/2017

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Con i suoi folti e maestosi boschi ti seduce, con gli splendidi paesaggi delle valli etrusche ti conquista...
Con le sue infinite salite ti taglia le gambe!
Così, in queste poche parole, potrei definire la Ronda Ghibellina, una delle gare trail più interessanti del panorama italiano, dal nome potente e quanto mai affascinante.
45 km totali con circa 2.500 metri di dislivello positivo da affrontare con estremo rispetto perché, sebbene il percorso di gara non raggiunga altitudini elevate, il tracciato disegnato dagli organizzatori non perdona, nemmeno per un istante.
Partenza alle 8:00 del mattino con temperatura appena sotto lo zero, ma i muscoli della gambe non rimangono freddi troppo a lungo perché il suggestivo passaggio all’interno del centro storico medioevale di Castiglion Fiorentino è subito tutto in salita e va affrontato con la dovuta calma, per non rischiare di essere in affanno già dalle prime battute.
Dopo essersi lasciati alle spalle la città inizia il tratto più difficile di tutta la gara, la salita verso le pendici meridionali del Monte Castiglionmaggio. Il fiato si fa pesante e il sole fa finalmente la sua comparsa, costringendo molti a togliersi guanti e cappello per l’innalzarsi graduale della temperatura. La pendenza, che in alcuni tratti raggiunge persino il 45%, mi induce a cercare un appiglio stabile sui tronchi circostanti, mentre il sentiero, stretto e impervio, si inerpica fra enormi massi e angusti cunicoli invasi dalla vegetazione, che si aprono fra le rocce. Il breve tratto di discesa poco dopo il quinto chilometro è estremamente tecnico e impegnativo, ma il percorso ricomincia a salire, questa volta molto più dolcemente, fin quasi al km 10, dopo aver oltrepassato i versanti del Poggio Fonte Partini.
Lo sguardo si apre sull’orizzonte e il terreno di fondo è ormai tutto un continuo alternarsi di sentieri sterrati, strade bianche e vere e proprie pietraie che mettono a dura prova i quadricipiti. Il percorso non presenta comunque violenti dislivelli e rimane corribile fino al Monte Corneta, dal quale parte una discesa che ci conduce fino a poco oltre il km 17.
I più allenati riescono a stringere i denti e, rallentando un po’ l’andatura, a correre almeno fino al trentesimo chilometro, dove possono finalmente tirare il fiato e scendere a capofitto a valle in prossimità del penultimo ristoro di Petreto.
Il tratto successivo è da cardiopalma e presenta tre durissime ascese in rapida successione, la prima delle quali davvero ardua da affrontare in quanto totalmente immersa nella vegetazione, ma i passaggi in discesa in mezzo a verdeggianti coltivazioni di ulivi ripagano la grande fatica. Oltrepassato il km 40 diventa ormai ben visibile l’inconfondibile sagoma della Torre del Cassero di Castiglion Fiorentino e i muscoli urlano di gioia (e dolore!) in vista dell’imminente birra che ci attende al traguardo!
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    Davide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni.

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