Non si vive di sola corsa e, quindi, un sabato dedicato al trekking sulle scoscese pendici del Monte Barro!
Il solitario massiccio che nasconde la vista della pianura e dei laghi briantei alla città di Lecco si presenta immerso nella bruma invernale, ma un sole insolitamente caldo per il periodo ci costringe a togliere i pesanti cappotti per avanzare un po’ più leggeri. Non lasciatevi ingannare dall’altezza della vetta, piuttosto contenuta (922 metri s.l.m.), perché il Sentiero delle Creste (in special modo l’ultimo tratto) è consigliato a “escursionisti esperti”, come riportano i cartelli turistici disseminati strategicamente sul percorso. Partendo dal centro storico di Galbiate si entra nel Parco del Monte Barro da Via dell’Oliva e, dopo circa un chilometro di sentiero carrabile, la strada curva improvvisamente a sinistra, addentrandosi nel bosco, in direzione del III Corno. La pendenza di questo tratto è davvero notevole, in grado di tagliare letteralmente le gambe ai meno abituati alle passeggiate in montagna, ma il panorama che si staglia all’orizzonte, con il massiccio del Resegone e le Grigne in lontananza, è da mozzare il fiato. Dopo aver raggiunto la prima vetta, il cammino verso il II e il I Corno diventa più agevole, eccezion fatta per un tratto davvero arduo, in cui siamo costretti ad utilizzare le mani per arrampicarci sulle rocce esposte. Una breve sosta alla sella del Sasso della Pila¸ un masso erratico quasi certamente modellato da antichissime mani umane, e si riparte ancora verso il culmine della montagna, prima del quale dobbiamo affrontare una breve e ulteriore arrampicata. In vetta il dislivello complessivo in salita ammonta a quasi 550 metri (non male per una semplice scampagnata!) e, dopo la meritata sosta, scendiamo verso la Sella dei Trovanti e l’Eremo, nei dintorni del quale merita assolutamente una visita il Parco Archeologico dei Piani di Barra (con annesso Antiquarium), antico insediamento sorto dapprima su un castrum romano ed occupato, in seguito, dagli Ostrogoti. Il Monte Barro, quasi sconosciuto ai più, regala tutto questo: paesaggi immersi nella natura, tipicamente alpini, storia, archeologia e curiosità etnografiche (merita una visita, infatti, anche il Museo Etnografico dell’Alta Brianza nel borgo storico di Camporeso)! Di seguito il link con i dettagli dell’ascesa alla vetta: https://www.strava.com/activities/872067838
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AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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