CORRENDO S'IMPARA!
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EQUIPAGGIAMENTO 2 - ACCENDETE I RAZZI! – I ‘Booster’ e la ‘compressione graduale’

29/3/2017

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L’ossigeno è l’imprescindibile energia primaria che alimenta il nostro organismo ed è proprio grazie all’ossigeno che il sangue viene trasportato nelle vene e nelle arterie.
In particolar modo, le vene sono le principali responsabili dell’eliminazione delle tossine durante la fase di ritorno del sangue al cuore. Un’attività intensa e di lunga durata (come può senz’altro esserlo la corsa di resistenza) mette sempre a dura prova i nostri polpacci, che si comportano come delle vere e proprie spugne, riempiendosi di sangue, il quale, successivamente allo sforzo e al conseguente accumulo di tossine, fatica un po’ a trovare la strada verso il cuore e a riossigenarsi in modo efficace. Tutto ciò, secondo quanto sostengono alcuni ricercatori, causa una dilatazione venosa potenzialmente dannosa per il muscolo, che inizia a diminuire le proprie prestazioni, rimanendo esposto anche ad un maggior rischio di infortunio.
È possibile evitare di andare incontro a tutto questo o, quanto meno, ritardarne gli effetti?
Molti corridori pensano che sia assolutamente possibile indossando gli ormai famosissimi e diffusissimi Booster, ossia delle simil-calze, tubolari o vere e proprie calze a compressione graduale¸ disegnate per aderire perfettamente alla pelle, ma con una pressione decisamente maggiore a livello del polpaccio e minima o nulla a livello della caviglia e del piede.
Personalmente utilizzo i Booster ormai da quasi otto anni (sono stato quasi un precursore, acquistandoli nel 2009!), ma siamo davvero certi che, come sostengono i loro principali produttori, l’applicazione della compressione graduale permetta un miglior recupero dello sforzo e prestazioni conseguentemente più elevate?
Secondo il mio personalissimo parere no...
Non possiamo esserne certi, perché, nonostante le ricerche effettuate in merito, non abbiamo ancora la dimostrazione assoluta che, tramite l’utilizzo dei Booster, possano verificarsi le condizioni sopra citate e la conseguente eliminazione delle tossine dalle gambe. Senza contare che, se davvero i Booster fossero così efficaci, allora li vedremmo utilizzati massicciamente da tutti gli atleti professionisti (un po’ come accadde nel nuoto quando furono introdotti i super-costumi che simulavano la pelle di squalo e che, effettivamente, sbriciolavano tutti i precedenti primati) e ciò, invece, non accade e dubito che accadrà in futuro.
Facendo riferimento alla mia esperienza posso semplicemente affermare che, a livello epidermico, la sensazione causata dall’utilizzo dei Booster è senz’altro positiva e sembra offrire maggior sostegno e contenzione al muscolo durante le corse in montagna o su terreni particolarmente accidentati, ma non ho mai davvero notato particolari differenze per quel che riguarda il recupero e il miglioramento delle prestazioni, a tal punto che solitamente non li indosso durante gli allenamenti infrasettimanali, ma soltanto nei lunghi della domenica, dove sento la necessità di supporto ai polpacci.
Posso invece affermare con un certo grado di sicurezza che male non fanno.
Ordunque... Booster sì o Booster no?
Nel dubbio, dal momento che male non fanno, la risposta è affermativa.
Booster sì|
Tentar non nuoce mai...
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34° UL GIR DE MUNT – MONTESIRO DI BESANA IN BRIANZA (MB) – 26/03/2017 

27/3/2017

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Boschi, sterrato, fango e ancora tanto fango, altrettanti boschi e altrettanto sterrato!
Ul Gir de Munt si conferma una tapasciata bellissima e, a causa dell’insistente pioggia del giorno precedente e della generosa quantità di fango argilloso presente lungo gli stretti sentieri, anche muscolarmente impegnativa e altamente propriocettiva!
Un percorso sapientemente disegnato e ricco di saliscendi che, al termine della gara, fa segnare un dislivello positivo complessivo di tutto rispetto, pari a 519 metri.
Difficile dire quale tratto sia più suggestivo perché gli organizzatori, come al solito, hanno fatto un lavoro davvero superbo, disegnando un tracciato che si snoda in parte all’interno del Parco della Valle del Lambro e, per il resto, nelle verdeggianti campagne circostanti Besana in Brianza e delle altre cittadine e frazioni del circondario.
I primi 7 km scorrono via veloci in mezzo alla campagna, completamente su sterrato, e bisogna prestare particolare attenzione alle discese all’interno del bosco della Valle del Rio Cantalupo, dove incontriamo un tratto leggermente più impegnativo, lungo circa 1 km.
Dopo aver attraversato il Torrente Brovada, inizia una lunghissima e dolce salita, in prossimità del km 7.4, che ci accompagnerà fino al tredicesimo chilometro, con pendenze anche piuttosto importanti, specialmente nell’ultimo tratto.
Splendidamente scenografico il passaggio all’interno della Valle del Rio Pegorino e accanto al borgo agricolo di Cascina Rancate (antica corte fortificata, con una torre risalente al XII secolo, oggi splendidamente restaurata), nei pressi dell’abitato di Casatenovo, all’interno del Parco dei Colli Briantei.
Sempre seguendo il Rio Pegorino, molto spesso immersi nel bosco, facendo estrema attenzione a non scivolare sui sentieri fangosi, si arriva al 20° chilometro, si riattraversa il torrente e si affronta una breve ma intensa salita su gradoni, che taglia letteralmente fiato e gambe e prosegue poi ancora, molto più dolcemente, fino al ventitreesimo chilometro.
Ancora un’ultima veloce discesa verso il Rio Pegorino, al km 24.3, ed eccoci pronti per l’ultimo tratto in leggera salita fino a Montesiro, dove ci aspetta il meritato traguardo.
26,1 km di puro piacere di corsa! Da ripetere senz’altro ancora per i prossimi anni!
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/915418229
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Cascina Rancate (Casatenovo) - Parco dei Colli Briantei
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Ascesa alla vetta del sasso gordona - 25/03/2017

27/3/2017

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Provenendo dalla Val d’Intelvi, il Sasso Gordona si presenta alla vista come uno spettacolare sperone roccioso, che si erge solitario ad occidente, alle spalle del Monte San Zeno.
Questo imponente, squadrato e massiccio avamposto roccioso rassomiglia in tutto e per tutto ad una sentinella esposta al sole primaverile e non è affatto un caso che il Sasso Gordona, già a partire dal 1871, fosse scelto dal neonato Regno d’Italia per la progettazione di uno dei capisaldi delle fortificazioni della Linea Cadorna. Sebbene il confine italo-svizzero non costituisse un pericolo immediato, l’Esercito Italiano provvide all’edificazione di una lunga ridotta, molto ben difesa da trincee, magazzini e postazioni di mitragliatrice direttamente scavate nella roccia.
La costruzione della linea fortificata iniziò nel 1904, ma fu in larga parte realizzata e definitivamente completata tra il 1916 e il 1917, in piena Grande Guerra, per scongiurare eventuali rischi d’invasione del territorio italiano (proveniente dalla Svizzera) da parte dell’esercito austro-tedesco.
Giungendo a piedi da Pian dell’Alpe, poco dopo il piccolo abitato di Casasco d’Intelvi, imbocchiamo un suggestivo sentiero nel bosco che si estende sulle pendici orientali e, alzando lo sguardo al cielo, intuiamo subito l’importanza strategica di questo monte, vera e propria fortezza naturale che si innalza fino a 1.410 metri sul livello del mare e garantisce un perfetto controllo delle terre svizzere in direzione del Monte Bisbino e del Monte Generoso.
Seguendo il sentiero, si giunge in breve tempo alle falde rocciose e alle prime trincee, perfettamente mimetizzate insieme agli alloggiamenti per i soldati. Il cammino lungo il versante esposto del Sasso Gordona non presenta particolari difficoltà tecniche e continuiamo spediti fino alla prima postazione di mitragliatrice, ben restaturata e messa in sicurezza. Il percorso presenta continue sorprese e diverse postazioni nascoste alla vista e si inerpica gradualmente verso la vetta, riservandoci scorci paesaggistici di rara bellezza e una quiete assoluta, interrotta soltanto dal volo planato di un uccello rapace, forse una poiana, che protegge la nostra ascesa.
Aiutandosi con le catene poste nei tratti più impervi del sentiero giungiamo finalmente in cima, dove possiamo pranzare sull’ampia cresta e spaziare con lo sguardo su tutto l’arco alpino, dal massiccio del Monte Rosa fino ai monti del Triangolo Lariano e, ancora più in là, fino al Lago di Como, alle Grigne e al Resegone. Proprio sotto la vetta è possibile inoltre visitare il camminamento principale del complesso fortificato, scavato nella roccia del monte da parte a parte e lungo almeno una cinquantina di metri (non visitabile se non muniti di una qualche luce artificiale).
Gran parte della fatica è ormai fatta, ma la montagna va sempre rispettata e il sentiero che conduce verso il Rifugio Prabello, ex caserma della Guardia di Finanza (siamo in pieno territorio di vecchi contrabbandieri!), presenta alcuni punti particolarmente impervi e scoscesi, comunque muniti di catene infisse nel terreno per agevolare la discesa. Una volta superato anche questo piccolo ostacolo, possiamo inoltrarci nuovamente nel bosco e completare finalmente l’anello del Sasso Gordona, autentico gioiello fortificato della Val d’Intelvi.
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/915418290
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46 ᵃ MARCIA INTERNAZIONALE DELLE COLLINE BRIANZOLE – CORTENUOVA DI MONTICELLO BRIANZA (LC) – 19/03/2017 

20/3/2017

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​Complice un fastidioso raffreddore che mi tormenta da diversi giorni e una lunghissima passeggiata in riva all’Adda il giorno precedente, la Marcia Internazionale delle Colline Brianzole rischiava di presentarmi un conto salatissimo all’arrivo, ma le gambe hanno retto piuttosto bene e la bellezza del percorso mi ha indotto ad optare per il percorso più lungo.
Attenzione però a non sottovalutarla qualora vogliate correrla di nuovo o per la prima volta, perché 30,2 km non sono affatto pochi, considerando anche il dislivello positivo complessivo, pari a ben 648 m!
I primi chilometri, non particolarmente impegnativi e prevalentemente su asfalto, sebbene caratterizzati da un continuo e dolce saliscendi, non presentano particolari difficoltà e le prime asperità si trovano soltanto dopo aver abbandonato l’abitato di Cassago Brianza, dal km 6 fino al km 9.6, quando ci si inoltra in un lungo tratto di sterrato all’interno del Parco Agricolo della Valletta, comunque sempre ben corribile e abbastanza scorrevole.
In prossimità del km 12.7 e fin quasi al km 19.4 inizia una lunga e inesorabile salita, interrotta solo saltuariamente da alcuni brevi tratti di discesa (il più lungo dei quali nei pressi di Sirtori), che ci conduce fino alla quota più alta di tutto il percorso, a 517 metri di altitudine, in frazione Lissolo, ormai celebre mini-vetta di tutti gli appassionati corridori delle non competitive brianzole, in pieno Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
Il sole tarda a comparire fra le nuvole e gli scampoli di primavera delle scorse settimane sembrano averci abbandonato nuovamente, anche se le temperature, seppur fresche, non sono poi così rigide.
Durante la veloce discesa merita davvero una menzione la splendida vista sul maestoso e particolarissimo Castello di Crippa di Sirtori. Si continua, sempre in discesa, fino a Viganò e, in prossimità del km 22.5, ci si imbatte nella salita asfaltata di Via delle Molere, capace di tagliare letteralmente gambe e fiato e che, sebbene non sia eccessivamente lunga, presenta spesso pendenze che si aggirano a ben oltre il 20%.
Ormai, però, gran parte dello sforzo è stato fatto e il sole è finalmente ricomparso, permettendoci di correre gli ultimi chilometri accompagnati da un piacevole tepore.
Una volta rientrati a Monticello Brianza ci aspetta ancora qualche breve tratto di sterrato in località Torrevilla e un paio di salite abbastanza abbordabili (ma pur sempre da rispettare!) prima di tagliare il nostro meritato traguardo sotto il gonfiabile dell’arrivo!
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/906954498
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Sirtori - Castello di Crippa - Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
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ALLENAMENTO MENTALE 2 - IL TRIONFO DELLA VOLONTA’ – Motivazione e costanza alla base del successo sportivo

16/3/2017

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Accade sovente di incontrare persone che si lamentano dei loro scarsi successi ottenuti in ambito sportivo; sostengono di allenarsi con regolarità e costanza, di faticare e sudare in palestra, di macinare chilometri e chilometri allo scopo di affinare la propria forma fisica e di mangiare con morigeratezza, senza mai troppo eccedere.
Di primo acchito, sembrerebbe quasi un mistero...
Li ascolti attentamente, cercando di comprendere a fondo il perché non riescano a progredire come dovrebbero, ma ogni razionale spiegazione in merito ti sfugge poiché stanno pedissequamente seguendo il loro programma di allenamento ormai da diverso tempo.
In seguito, però, le cose iniziano a diventare un po’ più chiare e il tarlo del dubbio comincia a insinuarsi prepotente. L’allenamento di martedì è stato spostato a mercoledì e questo slittamento si è già verificato almeno un paio di volte nell’ultimo mese; la sessione di potenziamento muscolare viene saltuariamente eseguita e il lungo della domenica è sempre un po’ meno lungo del dovuto... senza contare, poi, il consueto aperitivo del giovedì e la pizza del sabato sera, generosamente irrorata con abbondante birra.
Eppur ancor si chiedono perché non ottengano miglioramenti...
La risposta, dunque, è molto più semplice di quella che abbiamo tentato di trovare all’inizio e basta davvero poco per rendersene conto.
Non possiamo ottenere progressi se non rispettiamo in maniera ferrea ciò che abbiamo in precedenza pianificato!
Bisogna pertanto partire da un’attenta pianificazione, realmente basata sulle nostre caratteristiche fisiche, sulle possibilità di miglioramento, sul tempo libero che abbiamo a disposizione e sull’obiettivo che ci siamo prefissati. È totalmente inutile provare a correre una maratona in meno di 3 ore se non l’abbiamo prima mai corsa nemmeno in 3 ore e mezzo. C’è sempre spazio e tempo per migliorare, ma il fallimento, invece, può verificarsi in un attimo, anche quando la motivazione iniziale è molto alta.
“Nosce te ipsum” recitava l’anticolo Oracolo di Delfi... conosci te stesso, le tue potenzialità e i tuoi limiti, aggiungerei io in una situazione del genere. È sempre giusto porsi degli obiettivi sfidanti, ma è altresì assurdo porsi degli obiettivi irraggiungibili, che ci costringeranno inevitabilmente a cercare delle scuse per nascondere a noi stessi il nostro probabile insuccesso. La motivazione, dunque, seppur fondamentale, non è affatto tutto; sarà invece necessario affidarsi completamente alla propria Forza di Volontà per poter intraprendere un cammino sportivo che ci porterà con certezza al nostro piccolo trionfo e, anche se ciò non dovesse accadere, allora non potremo davvero rimproverarci nulla e non troveremo alcun motivo di lamentela. Cosa significa forza di volontà? Significa semplicemente rispettare la tabella di allenamento, uscire con qualsiasi condizione atmosferica, anche quando l’umore non è dei migliori a causa dello stress lavorativo o di altro ancora; significa contenersi nell’assunzione di cibo, adottando un’alimentazione più consona al raggiungimento dell’obiettivo; significa non abbattersi, anche quando un allenamento o una gara di preparazione non vanno come dovrebbero, analizzando ogni eventuale errore commesso, per poi ripartire con una nuova determinazione ancor più forte. La forza di volontà è ciò che tutti noi possiamo essere o fare, senza fronzoli, ma non potrà mai davvero essere completa senza la giusta dose di costanza. Un imprevisto può sempre capitare, ma quando gli imprevisti diventano la regola c’è sicuramente qualcosa che non va nella nostra pianificazione o nel nostro modo di affrontare le cose. In tal caso, senza lasciarsi bruciare da emozioni contrastanti, è necessario ripensare a tutto quello che abbiamo fatto sino a quel momento e a riconsiderare seriamente di iniziare tutto da capo, questa volta sul serio.
Motivazione iniziale, conoscenza di se stessi, obiettivo, pianificazione, volontà e costanza: un singolo errore anche in uno soltanto di questi tasselli e potreste non farcela.
A tal proposito, mi piace ricordare le parole che lo storico Tito Flavio Giuseppe, all’interno dell’opera “La Guerra Giudaica”, riservò all’addestramento continuo dei legionari Romani: “... né errerebbe chi dicesse che le loro esercitazioni sono battaglie incruente e le battaglie sono esercitazioni cruente.” Personalmente ritengo che in questa frase, facendo i giusti paragoni, sia condensata tutta la filosofia sportiva del corridore.
La battaglia è il nostro obiettivo, la gara che abbiamo atteso così a lungo e per la quale dobbiamo prepararci, mentre le esercitazioni militari sono i nostri allenamenti settimanali. Ebbene, ricalcando ciò che facevano i nostri antenati legionari, dobbiamo affrontare con serietà ogni allenamento, con costanza e totale dedizione, come se fosse una gara importante. Allo stesso modo sarà necessario correre la stessa gara in scioltezza, perfettamente preparati e liberi da qualsiasi tensione, come se ci stessimo allenando nella tranquillità del nostro parco abituale.
Ora, ripensando a questo articolo, andate e combattete, perché ogni corsa, se affrontata con lo spirito giusto, è come una battaglia.
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31 ᵃ CAMMINATA AVIS – LOMAGNA (LC) – 12/03/2017 

14/3/2017

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​Non lasciatevi trarre in inganno dal fatto che Lomagna sorga in alta pianura perché la Camminata AVIS di questa splendida città brianzola riserva certamente delle ottime sorprese per qualsiasi corridore!
I primi chilometri si snodano abbastanza tranquilli fra il centro storico cittadino e le campagne delle vicine Osnago e Cernusco Lombardone, consentendoci di correre a buon ritmo su un fondo prevalentemente sterrato in costante (ma leggerissima e quasi impercettibile) salita dal secondo fin quasi all’ottavo chilometro.
Nei dintorni di Merate ci si inoltra finalmente nel cuore del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, affrontando il primo breve e impegnativo strappo su un ripido sentiero di gradini, ma è al decimo chilometro, nei pressi di Beolco, che le gambe devono affrontare la prima vera salita degna di nota, lunga almeno cinquecento metri.
Il tempo di rifiatare grazie ad un facile tratto d’asfalto in discesa ed ecco arrivare la svolta a destra verso il Centro Parco di Ca’ del Soldato, dal quale imbocchiamo uno splendido sentiero immerso nel bosco, con improvvisi e incantevoli squarci di paesaggio verso il fondovalle e il prospiciente massiccio del Monte San Genesio.
Il breve tratto fra Cascina Valfredda e Cascina Gaidana, corso in salita su minuscoli gradini in mezzo al folto della vegetazione, taglia letteralmente fiato e gambe, ma il peggio (o il meglio, dato lo splendido panorama) deve ancora arrivare perché, al termine di Via Valfredda, il tracciato di gara si inerpica a zig-zag e con pendenze da capogiro lungo uno strettissimo sentiero che tocca quota 348 metri (punto più alto di tutto il percorso) nei pressi dell’Osservatorio degli Uccelli del Centro Visite del Parco.
Prima di affrontare la successiva e velocissima discesa su una stradina acciottolata è possibile ammirare l’inconfondibile sagoma del Santuario della Beata Vergine del Carmelo, vera e propria icona architettonica dell’intera zona.
Nonostante il GPS segni già sedici chilometri abbondanti, gli organizzatori ci regalano ancora lunghi e suggestivi tratti di sentieri sterrati in mezzo a boschi, ruscelli e torrenti, con dolci e corribili saliscendi fino all’ultima inaspettata salita, posta quasi a tradimento a circa un chilometro dall’arrivo!
Considerando l’andamento dei primi chilometri, pensavo sinceramente di fare un lungo lento facile, defatigante e prevalentemente pianeggiante ma, al termine della mattinata, mi sono invece accorto di aver messo quasi altri 21 chilometri di qualità nelle gambe, con un dislivello positivo complessivo di ben 369 metri, che fanno della Camminata AVIS di Lomagna una delle tapasciate più interessanti e allenanti che abbia mai corso!
Complimenti a tutti i corridori e al comitato organizzatore!
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/898087791
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Ca' del Soldato - Parco di Montevecchia e della Valle del Curone
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EQUIPAGGIAMENTO 1 - SCARPE DIEM... – La scelta della scarpa

9/3/2017

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​A meno che voi non siate Abebe Bikila o Bruce Tulloh il vostro principale acquisto periodico sarà inevitabilmente quello delle scarpe, ma siete davvero certi di saper scegliere la calzatura giusta? Cerchiamo di sgombrare il campo dai dubbi più comuni e di fare un po’ di chiarezza sulle varie tipologie a nostra disposizione.
Esistono diversi tipi di scarpe da corsa, sinteticamente classificate nel seguente modo:
 
A0 = note anche come Minimaliste. Ben difficilmente vi troverete ad usarle, in quanto vengono quasi esclusivamente utilizzate per le corse corte e veloci. Sono pertanto adatte ai velocisti, molto leggere (circa 200-250 grammi) e hanno un differenziale (ossia la differenza tra la pianta del piede e il tallone) variabile da 0 a 10 millimetri, particolare che mette spesso a dura prova il tendine d’Achille di chi le utilizza in allenamento. Mancano totalmente di stabilità, ma permettono ampia libertà di movimento alle dita del piede.
 
A1 = molto simili alle A0, denominate anche Superleggere. Solitamente pesano meno di 250 grammi e vengono usate dai professionisti durante le gare o in pista, al posto delle scarpe chiodate. Non garantendo nessun tipo di ammortizzazione non sono adatte a tutti i corridori che pesano più di 70 kg, ai pronatori (ossia a chiunque abbia un appoggio del piede verso l’interno) e, in generale, a tutti coloro che non possiedono una perfetta postura e tecnica di corsa.
 
A2 = le Intermedie. Scarpe piuttosto leggere e veloci (dai 250 ai 300 grammi), adatte a persone che pesano meno di 75 kg e, in alcuni casi, dotate anche di un supporto antipronazione. È possibile utilizzare le intermedie sia in allenamento che in gara ma, a ogni modo, vista la loro leggerezza, non sono particolarmente adatte sia ai supinatori (appoggio del piede verso l’esterno) che agli iperpronatori.
 
A3 = note anche come Neutre o di Massima Ammortizazione. Pesano fra i 300 e i 400 grammi e sono solitamente dotate di una suola ben ammortizzata, in grado di assorbire gran parte degli impatti del piede sul terreno e di proteggere il tallone di Achille grazie a un buon differenziale. Le scarpe neutre sono particolarmente adatte a tutti quei corridori non professionisti che hanno una buona tecnica di corsa, pesanti non più di 80 kg, oppure per i supinatori e per coloro che sono leggermente pronatori.
 
A4 = pesanti all’incirca come le neutre, vengono classificate come Stabili. Sono sostanzialmente scarpe A3 dotate di un supporto di stabilità che impedisce l’iperpronazione del piede e, dunque, esclusivamente adatte a pronatori ed iperpronatori o, in determinati casi, a corridori pesanti più di 80 kg.
 
A5 = amate il fango, l’erba e le rocce scivolose? Allora non potete fare a meno delle Scarpe da Trail perché tutte le gare su fondo sterrato o le corse in montagna necessitano di scarpe ben ammortizzate (come le A3), ma dotate di un’ottima presa sul terreno grazie a una suola a carro armato. Hanno un peso variabile fra i 300 e i 400 grammi e sono anche dotate di un fondamentale supporto alla caviglia al fine di proteggerla da eventuali storte dovute all’accidentata conformazione del terreno. Per tali caratteristiche le A5 sono adatte a chiunque, anche a coloro che non sono soliti cimentarsi in una gara in montagna o sui sentieri sterrati tipici delle gare Trail.
 
A7 = le leggendarie Chiodate, adatte esclusivamente a chi pratica atletica leggera su pista, pesanti meno di 200 grammi e dotate di tacchetti intercambiabili sull’avampiede. 
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22 ᵃ MARCIA PER LA VITA – MEDOLAGO (BG) – 06/03/2017 

6/3/2017

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Non correvo lungo le sponde dell’Adda da parecchio tempo e non potevo senz’altro scegliere tapasciata più bella di quella corsa ieri a Medolago, in pieno Parco Adda Nord¸ lungo la sponda bergamasca del fiume, forse quella meno conosciuta e più impervia, a causa della mancanza di una ciclabile vera e propria fino a Trezzo sull’Adda e oltre.
Certamente molto gradito il breve passaggio all’interno del Castello Colleoni a Solza, luogo natale di Bartolomeo Colleoni (celebre condottiero italiano del tardo medioevo) a poco più di un chilometro dalla partenza.
Dopo aver imboccato la discesa che, dal centro del piccolo borgo, conduce verso la Valle dell’Adda, il percorso diventa semplicemente incantevole e interamente su sterrato. Il passaggio in prossimità delle formazioni geologiche di ceppo dell’Adda lascia senza fiato, mentre ammiriamo sulla sponda opposta la storica Centrale Idroelettrica Esterle.
Dal km 3 al km 12, eccezion fatta per alcune brevi salite leggermente più intense, il tracciato è un continuo e piacevole saliscendi fino alla Penisola di San Gervasio, antichissima zona d’insediamento celtica, dove è possibile godere di una magnifica vista sulla diga che convoglia le acque del fiume verso la Centrale Idroelettrica Taccani di Trezzo sull’Adda, perfettamente inserita nel paesaggio circostante, ai piedi del castello medioevale.
Un piccolo strappo in salita per risalire sull’altopiano soprastante e si continua a correre, molto spesso su sentieri sterrati di campagna, in leggero falsopiano, dopo aver attraversato Bottanuco e Suisio, fino al traguardo finale di Medolago.
Ristori frequenti e strategicamente molto ben piazzati, partecipazione numerosa e un sentiero fluviale che merita di essere corso più volte, fanno della Marcia per la Vita un ottimo lungo domenicale, con poco più di 300 metri di dislivello finale.
Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso!
https://www.strava.com/activities/888633546
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    Davide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni.

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