Un gradito ritorno in Brianza per il lungo domenicale, con partenza da Robbiate, nel lecchese. Una non competitiva decisamente abbordabile, come sempre ben organizzata dalla FIASP, dal dislivello positivo totale abbastanza contenuto (271 metri), ma decisamente interessante per alcuni tratti su sterrato, uno strappo veramente duro e un lungo e panoramico sentiero lungo il fiume Adda, che merita sempre di essere corso e ricorso!
Si parte a poca distanza dal municipio di Robbiate e, dopo uno scenografico passaggio all’interno del piccolo parco dello storico Palazzo Bassi Brugnatelli, passiamo accanto alla Chiesa di S. Alessandro Martire, salendo leggerissimamente su strada asfaltata. Poco dopo il primo chilometro affrontiamo la prima vera salita, sempre su asfalto, ma assolutamente corribile e lunga circa cinquecento metri, per poi addentrarci in un tratto di sterrato in saliscendi fino al terzo chilometro, nei pressi della collinetta su cui sorge l’Osservatorio di Merate. Dopo una rapida svolta a destra, imbocchiamo una strada asfaltata che ci porta fino in località Sabbione, frazione di Imbersago. Poco dopo il km 4, quasi in corrispondenza della graziosa Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, la strada scende bruscamente per poco meno di un chilometro e curva leggermente a destra per addentrarsi nel centro cittadino di Imbersago. Al km 6.5 imbocchiamo uno stretto sentiero immerso nel bosco del Parco Adda Nord, velocissimo e da affrontare sempre con la dovuta cautela, per poi finalmente raggiungere la ciclabile su strada bianca che costeggia il Fiume Adda, sempre estremamente scenografica e panoramica, come il passaggio accanto alla Centrale Idroelettrica Semenza (km 8.2) e sotto le imponenti arcate del Ponte di Paderno (km 8.9). Il tratto corso accanto al Naviglio di Paderno, lungo circa due chilometri e in leggero falsopiano, è particolarmente scenografico e suggestivo, ma dopo la discesina dello Stallazzo, ai piedi del Santuario della Madonna della Rocchetta, al km 11.7, affrontiamo un breve strappo in salita su acciottolato in grado di tagliare letteralmente gambe e fiato alla maggior parte dei corridori! Si continua su asfalto, attraversando dapprima la frazione di Porto d’Adda e, al km 15, affrontiamo un facile tratto su strada bianca fino al centro di Verderio. Eccezion fatta per alcuni brevissimi sterrati, il percorso è ormai interamente su asfalto sino alla fine, con leggerissime pendenze. Poco più di 20 km rigeneranti prima di affrontare il ben più impegnativo Monte Canto domattina! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1538765874
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Si continua a correre in pieno territorio bergamasco e questa volta affrontiamo le ardue salite che si arrampicano sulle montagne circostanti il Lago di Endine, immersi in un paesaggio davvero superbo, con partenza dal piccolo e caratteristico centro abitato di Monasterolo del Castello.
Immediatamente dopo la partenza, costeggiamo in leggera discesa la Chiesa di San Salvatore per raggiungere immediatamente le rive di questo splendido lago post glaciale, forse meno conosciuto rispetto agli altri laghi prealpini, ma altrettanto meraviglioso. Con una rapida svolta a sinistra imbocchiamo la passeggiata del lungolago, su terreno leggermente sdrucciolevole, intervallato da alcuni lastroni di pietra e attraversiamo su un ponticello il Fiume Cherio, emissario del lago, poco prima del secondo chilometro. Al km 2.6, nel territorio di Spinone al Lago, proprio di fronte al paesello dal quale siamo partiti, svoltiamo a sinistra, affrontando la prima vera salita di tutto il percorso, dal dislivello ancora comunque piuttosto contenuto, passando accanto alla Chiesa di San Pietro in Vincoli e alla più grande Chiesa di San Pietro e Paolo. Il percorso prosegue poi senza scossoni fin dentro la periferia di Casazza e, dopo aver attraversato la strada statale, raggiungiamo di nuovo il fiume Cherio al quinto chilometro e lo costeggiamo per poche centinaia di metri, prima di imboccare un lungo nastro di asfalto che ci riporta nel territorio di Monasterolo del Castello. Fin qui tutto bene, ma al km 6.6 le cose iniziano a farsi davvero interessanti e comprendiamo subito che anche questa non competitiva si trasformerà ben presto in una tapa-trail che non scorderemo facilmente. Svoltiamo a destra, addentrandoci nel Parco del Lago di Endine, e la pendenza si fa improvvisamente sentire, mentre la stradina che stiamo percorrendo si trasforma quasi subito in uno stretto sentiero con roccette, radici e veri e propri gradoni di roccia e terra da affrontare con estrema attenzione. Il primo strappo, massacrante, dura per almeno un chilometro, fino all’attraversamento del Torrente Valle Spirola ma, dopo qualche centinaio di metri e una discesa ripidissima, il sentiero ricomincia a salire per un altro chilometro scarso. Rifiatare è davvero difficile, perché la discesa successiva è ancor più ripida e mette a dura prova i nostri quadricipiti nel tentativo di frenare leggermente l’andatura. Ma il meglio deve ancora venire, perché al km 9.5 ha inizio il vero strappo, quello decisivo, dapprima su un vecchio nastro di asfalto tutto dissestato e, poi, su un sentiero davvero suggestivo in mezzo al bosco, con relativo attraversamento di piccoli torrentelli che scendono a valle e strappi con pendenze così proibitive da costringerci a camminare per non andare troppo in affanno. La salita dura almeno fino al km 11.2, a quota 661 metri, e ci permette di godere di uno splendido panorama sulla sottostante Valle Cavallina e sul Lago di Endine. Ci attende ora una lunga e ripida discesa fino al km 13.7, mentre gli ultimi chilometri, in leggerissimo saliscendi lungo le sponde del lago, ci riconducono al più che meritato ristoro finale. Al termine il cardiofrequenzimetro segnerà 18,63 km totali per un dislivello positivo complessivo di 670 metri, concentrato, tra le altre cose, in pochissimi chilometri! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1524700788 Nel precedente articolo riservato al Dimagrimento abbiamo affrontato l’argomento dedicato al Metabolismo Basale e alle diverse modalità attraverso le quali è possibile calcolarlo. Ma cosa accade quando il nostro Metabolismo Basale è un po’ più alto della media e vogliamo provare ad aumentarlo un po’, favorendo così un naturale e graduale dimagrimento, naturalmente accompagnato da un maggior consumo di calorie a riposo? Prima di elencare qualche consiglio in proposito, vediamo innanzitutto a quanto ammonta il Contributo Percentuale di Organi e Tessuti al Metabolismo Basale di un uomo adulto attraverso una semplice tabella:
Da una prima lettura della soprastante tabella emerge subito chiaramente quanto sia importante il contributo della nostra muscolatura in termini di Metabolismo Basale, immediatamente seguita dalle funzioni svolte da fegato e cervello, con una non trascurabile percentuale che riguarda l’apparato osseo, digerente ed endocrino. Alla luce di tutto ciò, come possiamo pertanto aumentare il nostro Metabolismo Basale in maniera sana e naturale?
Meravigliosa, superbamente paesaggistica, dura, anzi durissima in alcuni tratti. Una vera e propria tapa-trail che non avevo mai corso prima e che si dimostra totalmente all’altezza delle mie aspettative. Un dislivello positivo complessivo di ben 808 metri per un totale di soli 18,15 km, che si rivelano davvero ostici, ma pieni di soddisfazione!
Non fatevi ingannare dalla partenza in leggero falsopiano da San Giovanni Bianco, lungo la Ciclovia Valle Brembana, che si snoda per poco più di un chilometro lungo la riva sinistra del tumultuoso Fiume Brembo. Dopo una rapida curva a gomito sulla destra imbocchiamo il Ponte delle Tre Croci, risalendo in leggera salita il Brembo a monte per un altro chilometro, sempre sulla Ciclovia. Siamo al km 2.2 e, dopo una piccola scalinata sulla sinistra, le cose iniziano a farsi davvero interessanti. Ci inoltriamo in un sentiero sterrato, a tratti ancora umido per le recenti piogge, che sale inesorabile per un chilometro abbondante costeggiando il Torrente Val Grande in un ambiente davvero bucolico. Al km 3.3 svoltiamo improvvisamente a destra su un sentiero piuttosto ripido, inframmezzato da sassi e radici affioranti, che continua a salire per almeno cinquecento metri. Intorno al quarto chilometro possiamo finalmente rifiatare un po’ e goderci il ristoro accanto alla meravigliosa Chiesa Medioevale di Cornalita, ricca di interessanti affreschi. La successiva discesa su sterrato, intorno al km 4.5, è da affrontare con cautela a causa della grande pendenza e continua con un susseguirsi ininterrotto di rapide curve per almeno un altro chilometro, fino alla svolta a sinistra lungo il Torrente Enna, che attraversiamo su un traballante e divertente ponte tibetano per poi risalire su asfalto, senza più un attimo di respiro, fino al km 7. Siamo nei pressi del caratteristico borgo rurale di Oneta¸ conservatosi praticamente intatto nei secoli, all’interno del quale è possibile ammirare il superbamente affrescato Palazzo Grataroli, mercanti locali che diedero origine alla celebre maschera della Commedia dell’Arte Arlecchino, da cui prende il nome questa non competitiva. Il percorso, a questo punto, diventa così bello da mozzare il fiato, perché imbocchiamo l’antica Via Mercatorum, completamente lastricata e ricca di saliscendi fino all’ardua salita nei pressi dell’Oratorio di Sant’Anna, al km 8. Ancora qualche centinaio di metri e raggiungiamo finalmente l’incantevole borgo di Cornello dei Tasso, paesino di origine della famiglia del celebre letterato Torquato Tasso, con il suo splendido portico lungo la Via Mercatorum e l’ancor più splendida Chiesa dei Santi Cipriano e Cornelio, con il suo ciclo di affreschi medioevali. Segue una discesa a rotto di collo verso il Brembo, ma le gambe sono costrette a lavorare nuovamente duro a partire dal nono chilometro... Una salita massacrante su sterrato, senza un attimo di tregua, sino al piccolo abitato di Grumo, dal quale si diparte una discesa, dapprima su asfalto e poi nuovamente in mezzo al bosco, sino al doppio guado sul Torrente Val Acquadura, in prossimità del quale affrontiamo l’ennesimo e duro strappo fino alla Chiesa di San Pietro d’Orzio (km 11.8). Il tratto successivo del percorso, tutto in discesa sino a San Giovanni Bianco, si rivela molto più agevole, ma la fatica accumulata sin qui inizia davvero a farsi sentire e gli organizzatori ci regalano un’altra salita su sterrato dal km 13.4 al km 14. Siamo ormai agli sgoccioli, ma non sottovalutate i restanti chilometri in discesa, grazie alla presenza di molto sterrato e di piccoli e brevi strappetti strategicamente piazzati sino al Brembo e all’arrivo nel centro cittadino di San Giovanni Bianco. Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1510337192 Poco prima dell’inizio della celeberrima ed eroica Battaglia delle Termopili, combattuta nel 480 a.e.v. tra le esigue forze riunite della piccola Grecia e lo sterminato e globale esercito persiano, il re Serse chiese all’indomito Leonida, re di Sparta, di deporre le armi e accettare una resa incondizionata al fine di evitare il massacro dell’esercito greco, che bloccava momentaneamente l’invasione della penisola ellenica.
In risposta a tale “gentile invito”, Plutarco riferisce che Leonida rispose con un semplice e coraggioso Molon Labé! (Vieni a prenderle!), preparandosi ad affrontare l’invasore in armi! Pur consapevole dell’imminente sconfitta (poco meno di 8.000 opliti greci contro almeno 250.000 – 300.000 persiani), Leonida decise di non arrendersi e di impegnarsi invece in un combattimento che avrebbe incredibilmente inchiodato i persiani per almeno tre giorni in quello stretto passaggio, causando loro perdite altissime. Grazie al sacrificio di Leonida e della sua guardia personale di 300 Spartiati (la classe aristocratica guerriera di Sparta) e degli altri opliti greci lì presenti, la restante parte della Grecia, capeggiata da Atene, potè efficamente organizzare una resistenza navale nel golfo di Salamina, annientando definitivamente le forze persiane. Vi starete forse chiedendo il perché di questa breve introduzione storica? È presto detto... Da una sconfitta derivò una vittoria totale! Tutti noi, almeno una volta nella nostra vita sportiva, abbiamo affrontato una sconfitta. Leonida e i suoi guerrieri sapevano addirittura in anticipo che sarebbero stati sconfitti, ma non hanno mai nutrito alcun dubbio sulle future possibilità di vittoria del loro popolo ed è proprio da questo episodio storico che è necessario prendere esempio al fine di affrontare meglio (e superare con successo) una sconfitta agonistica. Come fare nel dettaglio?
La prossima volta che qualcuno proverà soltanto a dirvi “Ma sei davvero sicuro di correre quella maratona? È tosta! Ha un dislivello non indifferente e farà un caldo pazzesco! Non sarebbe meglio deporre la armi e correrne un’altra?” sapete già cosa dovrete fare. Rispondete con tranquilla e testarda certezza: “Molon Labé!”. Pensando all’eroica impresa di re Leonida e degli altri eroici opliti greci alle Termopili... Correre a Bergamo e sopra i colli che la cingono a settentrione è sempre una delizia e la mia prima partecipazione a questa non competitiva cittadina, seppur corsa quasi interamente su asfalto, non tradisce le aspettative, con un dislivello positivo complessivo di 635 metri e un percorso estremamente panoramico che, almeno per buona parte dei primi chilometri, ricalca quasi perfettamente quello della Buon Anno Passeggiando sui Colli di Bergamo.
Si parte dalla scuola delle Orsoline e si attraversa dapprima il quartiere Loreto, per poi continuare in leggero falsopiano all’interno della Città Bassa, costeggiando il Teatro Donizetti. Affrontiamo la prima vera e ardua salita in prossimità della Chiesa di San Bernardino in Pignolo (al km 3.3), oltrepassando dopo poche centinaia di metri Sant’Alessandro in Croce e risalendo ancora fino a Porta Sant’Agostino e all’omonima Chiesa. Teniamo duro fino al km 4.7 e, dopo una stretta curva a gomito a destra, usciamo dall’area storica di Città Alta da Porta San Lorenzo, affrontando una lunga e veloce discesa che costeggia il Castello di Valverde e la Chiesa di Santa Maria Assunta, sempre in frazione Valverde. Dopo aver corso in un tratto particolarmente suggestivo, che costeggia il Torrente Morla, iniziamo a risalire inesorabilmente a partire dal km 6.5, ma lo splendido paesaggio e le piccole e caratteristiche frazioni attraversate rendono la fatica molto più accettabile, nonostante la presenza di un paio di strappi davvero impegnativi. Continuando a salire, sempre su asfalto, arriviamo alle falde settentrionali del Castello di San Vigilio e i successivi chilometri alternano ricchi saliscendi fino al km 11, dal quale si diparte una ripida discesa che ci conduce al km 14.4 Le gambe, già provate dalle precedenti salite e da una discesa corsa a tutta birra, affrontano ora l’unica salita su sterrato sassoso, lunga soltanto seicento metri, ma in grado di costringere molti a camminare fino al successivo tratto di saliscendi (notevole il passaggio accanto al Tempio dei Caduti). Tuttavia la fine è ormai vicina e, dopo il diciasettesimo chilometro, il percorso scorre via veloce fino all’arrivo senza ulteriori asperità. Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1496482813 Avete mai sentito frasi del genere “Ho il metabolismo lento...” oppure “Eh! Quel corridore non ingrassa mai perché ha il metabolismo accelerato!”?
Ma, in realtà, sappiamo davvero a cosa ci stiamo riferendo? Che cos’è, precisamente, il Metabolismo? Iniziamo subito a dire che all’interno del nostro organismo avvengono delle trasformazioni chimiche che ci permettono semplicemente di continuare a vivere. Il complesso di tutte queste trasformazioni è, in sostanza, il metabolismo, che può a sua volta suddividersi in due distinti Processi Metabolici, che ogni corridore che si rispetti (e non) dovrebbe comunque conoscere:
Il Metabolismo, inoltre, si suddivide in due diversi tipi: Basale e Totale. In questo articolo vedremo come si calcola il Metabolismo Basale, ossia quella quantità minima di energia che viene utilizzata dal nostro organismo per consentire il mantenimento delle funzioni vitali in condizioni basali. Il Metabolismo Basale viene espresso in chilocalorie (Kcal) e dovrebbe essere calcolato al netto di qualsiasi attività o fattore esterno che implichi un consumo calorico, tenendo in considerazione anche diversi fattori come età, sesso, stato di nutrizione e massa magra. Allo stato attuale esistono alcuni metodi per poter calcolare il Metabolismo Basale e conoscere così il proprio dispendio calorico in condizioni di assoluto riposo. Vediamo insieme i principali:
Si continua a correre in territorio bergamasco e questa volta scegliamo le asperità della Val Gandino per il nostro lungo domenicale, che si rivela particolarmente tosto e impegnativo, specialmente dopo il pranzo pasquale!
Partiamo dallo splendido Municipio di Leffe, riccamente decorato e ornato da un gradevole porticato, affrontando subito una graduale salita su asfalto di quasi un chilometro e mezzo, che costeggia la piccola e stretta vallata del Torrente Romna. I successivi cinquecento metri si inerpicano su un sentiero sterrato e sassoso, particolarmente panoramico, fino all’abitato di Gandino. Torniamo su asfalto, oltrepassando la scenografica Basilica di Santa Maria Assunta e il piacevole e caratteristico centro storico, che abbandoniamo dopo un piccolo arco in discesa, ma non commettete l’errore di pensare che si possa tirare il fiato, perché continuiamo imperterriti a salire fino al km 3.4, dal quale si diparte un altro sentiero sterrato, ricco di veloci saliscendi. Dopo aver guadato il Torrente Valle Groaro continuiamo su sterrato fino alla svolta improvvisa a destra sul Romna e ci godiamo la successiva discesa che ci porta nuovamente alla periferia di Gandino, in prossimità del sesto chilometro. Per quanto la corsa sia già stata sufficientemente impegnativa fino a questo punto è la salita successiva a tagliarci definitivamente il fiato, facendoci letteralmente bruciare le gambe. Una salita su sterrato e strada sassosa lunga poco più di un chilometro, dal km 6.1 al km 7.3, che mi costringe addirittura ad abbandonare il passo di corsa e a camminare per qualche decina di metri, prima di gettarmi in picchiata su un meraviglioso e stretto sentiero a picco sulla vallata sottostante, interrotto soltanto da alcuni brevi tratti di asfalto fino al decimo chilometro. Continuiamo poi a correre in leggera salita, inoltrandoci in uno scenografico sentiero che costeggia un torrentello fino al km 11.2. A causa di un cambiamento del percorso classico affrontiamo il primo degli ultimi due giri obbligati previsti dagli organizzatori, alternando asfalto e sentieri davvero suggestivi all’interno del bosco, con una salita di 2,4 km che prevede due roventi strappi e una successiva discesa da cardiopalma. Giunti al km 18.1 siamo ormai agli sgoccioli e, dopo aver oltrepassato la chiesa di San Rocco, un’ultima velocissima discesa che passa accanto all’antica Chiesa di Santa Elisabetta ci conduce al meritato ristoro finale. Il ritmo finale, pari a 6’12”/km, non è dei migliori, ma considerando le costanti asperità del terreno, gli strappi continui e un dislivello complessivo positivo di ben 753 metri, spalmato su soli 19,4 km, non posso che ritenermi soddisfatto, almeno per il momento... Servono altri chilometri nelle gambe ed altre salite, prima di tornare definitivamente in forma! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1486010763 |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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