Si continua a correre in territorio bergamasco e questa volta scegliamo le asperità della Val Gandino per il nostro lungo domenicale, che si rivela particolarmente tosto e impegnativo, specialmente dopo il pranzo pasquale!
Partiamo dallo splendido Municipio di Leffe, riccamente decorato e ornato da un gradevole porticato, affrontando subito una graduale salita su asfalto di quasi un chilometro e mezzo, che costeggia la piccola e stretta vallata del Torrente Romna. I successivi cinquecento metri si inerpicano su un sentiero sterrato e sassoso, particolarmente panoramico, fino all’abitato di Gandino. Torniamo su asfalto, oltrepassando la scenografica Basilica di Santa Maria Assunta e il piacevole e caratteristico centro storico, che abbandoniamo dopo un piccolo arco in discesa, ma non commettete l’errore di pensare che si possa tirare il fiato, perché continuiamo imperterriti a salire fino al km 3.4, dal quale si diparte un altro sentiero sterrato, ricco di veloci saliscendi. Dopo aver guadato il Torrente Valle Groaro continuiamo su sterrato fino alla svolta improvvisa a destra sul Romna e ci godiamo la successiva discesa che ci porta nuovamente alla periferia di Gandino, in prossimità del sesto chilometro. Per quanto la corsa sia già stata sufficientemente impegnativa fino a questo punto è la salita successiva a tagliarci definitivamente il fiato, facendoci letteralmente bruciare le gambe. Una salita su sterrato e strada sassosa lunga poco più di un chilometro, dal km 6.1 al km 7.3, che mi costringe addirittura ad abbandonare il passo di corsa e a camminare per qualche decina di metri, prima di gettarmi in picchiata su un meraviglioso e stretto sentiero a picco sulla vallata sottostante, interrotto soltanto da alcuni brevi tratti di asfalto fino al decimo chilometro. Continuiamo poi a correre in leggera salita, inoltrandoci in uno scenografico sentiero che costeggia un torrentello fino al km 11.2. A causa di un cambiamento del percorso classico affrontiamo il primo degli ultimi due giri obbligati previsti dagli organizzatori, alternando asfalto e sentieri davvero suggestivi all’interno del bosco, con una salita di 2,4 km che prevede due roventi strappi e una successiva discesa da cardiopalma. Giunti al km 18.1 siamo ormai agli sgoccioli e, dopo aver oltrepassato la chiesa di San Rocco, un’ultima velocissima discesa che passa accanto all’antica Chiesa di Santa Elisabetta ci conduce al meritato ristoro finale. Il ritmo finale, pari a 6’12”/km, non è dei migliori, ma considerando le costanti asperità del terreno, gli strappi continui e un dislivello complessivo positivo di ben 753 metri, spalmato su soli 19,4 km, non posso che ritenermi soddisfatto, almeno per il momento... Servono altri chilometri nelle gambe ed altre salite, prima di tornare definitivamente in forma! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1486010763
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AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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