Dicono che soffrire in allenamento d’estate serva ad arrivare in perfetta forma in autunno, ma ogni volta che corro con un caldo e un’umidità così accentuata come quella di ieri mattina vorrei solo immergermi in una vasca piena d’acqua ghiacciata al termine di ogni sfaticata...
Perché la tapasciada di Rezzago significa fatica allo stato puro, sentieri trail di montagna e ben 774 metri di dislivello totale positivo in soli 16 km, con una discesa non propriamente facile da affrontare, visto che parliamo del temibilissimo e celebre Muro di Sormano, che tante notti insonni ha fatto trascorrere ai ciclisti di diverse nazioni del mondo. Ma partiamo con ordine, dalla meravigliosa Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, tipico esempio di romanico comasco, da dove iniziamo a correre in leggera salita verso il grazioso centro storico medioevale, per poi affrontare subito uno strappetto violento dopo 300 metri e imboccare un sentiero nel bosco su strada bianca in leggera pendenza fino al ponticello sul Torrente Rezzago (km 1.1). I successivi quattrocento metri, fino alla casetta denominata La Biaga sono un vero e proprio tormento, con pendenze che arrivano a toccare quasi il 25%, immersi in una nebbiolina caldo-umida che lascia poco spazio alla piacevolezza del paesaggio circostante. Continuiamo a salire all’interno dello storico castagneto, oltrepassando Cassina Enco (km 2) e alternando tratti di strada bianca, larghi sentieri sconnessi e mulattiere di grossi ciottoli. Svoltiamo a destra al km 2.8 e ricominciamo a salire senza sosta fino al primo ristoro (km 3.5). Quando il peggio sembra essere passato, ecco aspettarci uno stretto sentiero che si inerpica nel bosco per almeno altri trecento metri, ma il successivo passaggio su una contropendenza sgombra da alberi del Dosso della Fornace è di una bellezza autentica e lo sguardo si apre sulla vallata sottostante, mentre le gambe iniziano a correre più velocemente, sfruttando anche la successiva discesa sterrata, da affrontare con particolare attenzione, dal km 4.1 al km 4.9. Rallentiamo nuovamente fino al km 5.3, a causa di una breve ma costante salita, ritrovando l’asfalto al km 6.4. Sfruttiamo il leggero saliscendi per aumentare l’andatura, passando accanto al Santuario della Madonna di Campoè (km 6.9) e raggiungendo il secondo ristoro al km 7.5 ai margini del centro abitato di Caglio. Se la prima salita vi era sembrata imponente, eccovi tre lunghissimi ed interminabili chilometri d’inesorabile ascesa nel bosco lungo le pendici del Monte Falò, con continui tornanti e cambi di direzione, mentre il caldo umido non accenna a diminuire, nonostante i poco più di 1.100 metri di altezza. All’undicesimo chilometro raggiungiamo finalmente la Colma di Sormano, ma la discesa successiva su asfalto, che si snoda lungo gran parte del Muro di Sormano fa letteralmente urlare quadricipiti ed ischiocrurali! Manca poco, ma non rallegratevi troppo, perché al km 12.6 viene strategicamente piazzata un’ultima salita nel bosco, lunga quasi seicento metri. É soltanto a partire dal km 13.3 che possiamo far letteralmente volare le gambe in discesa, raggiungendo dapprima la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Caglio, attraversando poi il caratteristico Borgo Medioevale di Funcai e raggiungendo infine a rotta di collo l’arrivo a Rezzago. Altri ottimi chilometri messi nella gambe, ma ritmo un po’ lento. Quindi bene, ma non benissimo, in attesa di altre non competitive estive. Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2610778746 https://www.instagram.com/p/B1CJqTtF3S6/
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Ci voleva un lungo lento rigenerante, dopo un sabato trascorso a scalare il Corno Nero sul massiccio del Monte Rosa, per smaltire totalmente la fatica dell’arrampicata su ghiaccio e la non competitiva di Bosisio Parini mi è sembrata la scelta più ovvia per questa prima domenica d’agosto.
Si parte dal centro sportivo quasi prospiciente il lago, svoltando subito a destra e seguendo la spiaggia erbosa per un breve tratto, prima di entrare nel centro storico di Bosisio Parini, passando accanto a delle autentiche piccole meraviglie, come l’Oratorio di San Gaetano, Villa Appiani Banfi Cantù, Palazzo Cesati, la Cappella della Madonna del Caravaggio, in un continuo e piacevole saliscendi su asfalto. Primo strappettino interessante lungo Via Giuseppe Parini, dove sorge la Casa natale del grande poeta settecentesco e la poco distante Villa Arnaboldi (km 1.1) e successiva discesa, con un bel tratto di sterrato, poco sotto la monumentale Chiesa Parrocchiale di Sant’Anna. Ritroviamo l’asfalto al secondo chilometro, continuando sulla strada che conduce verso il comune di Cesana Brianza e, successivamente, al km 2.8, imbocchiamo un sentierino in leggera salita, che si inoltra nelle dolci campagne collinari circostanti. Particolarmente suggestivo il tratto sterrato fra il km 4.4 e il km 5.8, interessato da uno strappo abbastanza muscolare, ma non eccessivamente impegnativo. Al termine della discesa ritroviamo l’asfalto, ma al km 6.4 imbocchiamo un altro breve sentiero nel bosco, in leggerissima salita, passando accanto ad un gigantesco masso erratico di origine glaciale e alla graziosa Cappella dei Mort di Doss. Continuiamo mantenendo un ritmo tranquillo, su un percorso quasi pianeggiante dal fondo variegato, fino a Garbagnate Rota e allo strappetto della Chiesa di San Giuseppe (km 8.7), dopo il quale inizia una lunga e quasi impercettibile discesa fino al Lago di Pusiano (km 10.4), che costeggiamo per almeno due chilometri e mezzo, godendo di un magnifico panorama. Dopo il terzo ristoro (km 12.8) affrontiamo la salità più interessante dell’intero percorso, che si snoda lungo una vecchia ciclabile dissestata in mezzo al bosco per circa un chilometro, tornando poi verso Garbagnate Rota (km 15.6). Dopo un ultimo facile tratto di sterrato dal km 16 al km 16.8, si scende velocemente verso il lungolago e la sua passeggiata alberata, prima di giungere all’arrivo finale. 18,5 km totali per 243 metri di dislivello positivo complessivo, molto ben spalmati lungo l’intero percorso. Ora sarà necessario integrare i lunghi domenicali con un buon lavoro di velocità e resistenza sulle brevi distanze, al fine di preparare al meglio il mondiale Trifecta di Sparta. Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2589112813 https://www.instagram.com/p/B0vOEr0lqdc/ Altra classica non competitiva estiva brianzola, dal percorso solo apparentemente facile, ma ricca di saliscendi e strappetti impegnativi davvero allenanti.
Con la Straca...sate iniziano ufficialmente i lunghi domenicali di avvicinamento al Mondiale Trifecta di Spartan Race a Sparta e, d’ora in avanti, sarà necessario rimanere il più possibile a lungo sulle gambe, senza strafare. Si parte dal centro di Casatenovo, alle spalle della monumentale e bella Chiesa di San Giorgio, affrontando su asfalto una prima leggera e costante salita verso Villa Greppi, nel vicino comune di Monticello Brianza (km 1), per poi scendere velocemente verso i campi del Parco Agricolo della Valletta, dove troviamo un primo tratto di sterrato lungo poche centinaia di metri (km 1.3). Alterniamo asfalto e sentieri di campagna fin quasi a Torrevilla e, dal km 2.5 al km 4.1, ci imbattiamo in un bello e lungo strappo, abbastanza muscolare, che termina al ristoro posto nelle vicinanze del Municipio di Monticello Brianza e della Chiesa di Sant’Agata. Dopo essere scesi dalla ripida gradinata, si corre velocemente in discesa per poco meno di un chilometro e mezzo, ritrovando qualche piccola salita subito dopo. Ma il tratto sicuramente più arduo dell’intero percorso viene strategicamente piazzato dagli organizzatori al settimo chilometro, all’imbocco del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone e di Via delle Molere. Una pendenza da cardiopalma, di almeno un centinaio di metri di lunghezza, seguita da altri brevi strappetti fino alla velocissima discesa su asfalto, che ci porta fino al centro di Missaglia (km 10.1). Risaliamo fino a Villa Cioja di Missagliola e all’abitato di Contra (km 11.3) e, da questo momento in avanti, inizia una bella e lunga discesa, prevalentemente su sterrato e strade bianche di campagna. Attraversiamo il ponte sul Torrente Lavandaia al km 13.5 e continuiamo a scendere per almeno altri ottocento metri (km 14.5). Ovviamente, dopo una così lunga discesa, non poteva che attenderci una salita altrettanto lunga che, per quanto dolce, si rivela essere davvero inesorabile! Dopo aver svoltato a destra verso la frazione di Valaperta si inizia seriamente a risalire, attraversando prima Cassina de’ Bracchi (km 16.5) e Galgiana (km 18.6), dove corriamo accanto alla scenografica Chiesa di San Biagio e a Villa Mariani, per poi finalmente entrare nuovamente nel centro di Casatenovo (km 19.4) e percorrere gli ultimi chilometri che ci separano dal traguardo in un costante saliscendi, condito da un sole e un caldo implacabili. Un ottimo inizio di preparazione, con 21,1 km totali percorsi per 396 metri di dislivello positivo complessivo in salita. Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2569407256 https://www.instagram.com/p/B0dOlauFRI4/ Il gran caldo la fa da padrone in questa nuova edizione della CamminAIDO di Bergamo, con partenza dall’oratorio di Monterosso.
Dopo i primi due facili chilometri su asfalto, entriamo finalmente nella bella ciclabile del Parco dei Colli di Bergamo nei pressi di Borgo Santa Caterina (km 2.2), costeggiando il Torrente Morla con un bello e dolce saliscendi fino al km 4.7, quando ci imbattiamo nella prima salita dell’intero percorso. Si tratta di uno strappo vero, a tratti decisamente muscolare e impegnativo, che attraversa il caratteristico borgo di Gallina, regalandoci la consueta stupenda vista sulla valletta sottostante. Continuiamo inesorabilmente a salire ancora, raggiungendo dapprima le falde meridionali del maestoso Castello di San Vigilio (km 7.8), per poi salire ulteriormente fino a quota 475 metri, poco dopo il nono chilometro, sul Colle dei Roccoli. Da questo punto in avanti inizia una lunga e veloce discesa, che ci consente di passare accanto alla Chiesa di San Sebastiano e di correre lungo la panoramica Via Torni, fino a raggiungere il Tempio dei Caduti e Palazzo degli Angelini nei pressi del km 12.8. Sfruttiamo il leggero saliscendi per mantenere un buon ritmo fino a Borgo Canale, costeggiando la Chiesa di Santa Grata e la Stazione Inferiore della funicolare, per poi svoltare all’improvviso a destra dopo esser passati sotto la monumentale Porta Sant’Alessandro e iniziare una veloce discesa sopra le mura cittadine, passando accanto alla Cannoniera di San Giovanni e uscendo dal recinto murario attraverso la scenografica Porta San Giacomo, che ci riconduce in Città Bassa. Un lieve strappetto dal km 15.7 al km 16.5 non inficia troppo il ritmo e, anche se il caldo diventa davvero opprimente, ci godiamo comunque il passaggio accanto all’Accademia Carrara (km 16.9) e allo stadio Azzurri d’Italia (km 17.6), prima di raggiungere il meritato arrivo. I chilometri totali percorsi saranno alla fine quasi 19, per un dislivello positivo complessivo di 372 metri, interamente compressi fra il quarto e il non chilometro. Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2550053111 https://www.instagram.com/p/B0LJ0gdFNDe/ Si torna finalmente a correre nel cuore dell’amata Brianza, affrontando un caldo ancora intenso, ma godendosi il paesaggio di questa bella non competitiva Fiasp e i sentieri del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
Si parte subito in leggera salita dal centro sportivo di Missaglia per raggiungere, dopo soltanto mezzo chilometro, la storica Villa Cioja, in frazione Missagliola e continuare verso il comune di Monticello Brianza dove, al km 1.5, troviamo finalmente un primo tratto di sterrato in discesa in aperta campagna, che ci conduce sin dentro l’abitato di Casatenovo. Si scende ancora piuttosto facilmente, sfruttando l’asfalto cittadino, fino a incontrare nuovamente un bel sentiero, spesso alberato, e mantenendo un buon ritmo nonostante lo sterrato. Al km 4.5 guadiamo la Roggia Nava, per poi seguirla immersi nel bosco ai margini di una graziosa valletta agricola e riattraversarla al km 5.5. Il sentiero sale leggermente, ma ritroviamo un altro tratto si asfalto in discesa al km 6, dopo una improvvisa svolta a destra che ci porta verso la frazione Ossola, nei pressi della quale imbocchiamo nuovamente un sentiero all’interno del parco, che scende ancora nella piccola conca creata alla Roggia Nava, che riguadiamo al km 8.4. A questo punto il percorso inizia impercettibilmente a salire, ma il caldo, unito alla pendenza in graduale aumento, inizia a pesare sulle gambe già affaticate dai recenti allenamenti. Ritorniamo sin quasi in frazione Ossola e al km 9.6 ci addentriamo nel bosco, correndo in costante salita per almeno due chilometri, dopo aver ritrovato l’asfalto soltanto nei pressi di Contra. Il colpo d’occhio che ci si presenta lungo Via dei Campi è dir poco magnifico e la vista spazia sulle dolci colline di Montevecchia mentre avanziamo in discesa su una sassosa strada bianca fino a Campù Inferiore. Continuiamo leggermente a scendere fino al km 14 e, dopo aver oltrepassato Novaglia, ritroviamo per un breve tratto un sentiero che ci porta fino al violento, seppur breve, strappo nei pressi di Maresso (km 15.2). Passiamo di fronte alla Chiesa dei Santi Faustino e Giovita e scendiamo fino alla scuola La Traccia (km 15.8), dalla quale si diparte uno scenografico sentiero immerso nel bosco, quasi tutto in salita per almeno un chilometro, alternando in seguito un saliscendi su asfalto e sterrato, che ci conduce fino a Lomaniga (km 18.2). D’ora in avanti la strada sale costantemente, con brevi strappetti e un passaggio suggestivo lungo il Torrente Molgoretta (km 19.3) e dietro la Chiesa di San Vittore, in pieno centro di Missaglia, dalla quale si diparte l’ultima discesa prima dell’arrivo finale. Una tapasciata da correre assolutamente, sapientemente disegnata, con 337 metri di dislivello totale positivo per 21 km complessivi. Clicca sui link sottostanti e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/2530914243 https://www.instagram.com/p/Bz5Q-QGlzBe/ Si ricomincia a correre in maniera più rilassata, senza imminenti gare in vista, tra boschi e colline, cercando di sfuggire al caldo umido di queste settimane (senza troppo successo...).
Questa volta optiamo per una non competitiva che si snoda lungo le belle ciclabili e i sentieri sterrati del Parco dei Colli Bergamaschi, con partenza dalla Chiesa dei Santi Fermo e Rustico di Sombreno di Paladina. Dopo il primo chilometro pianeggiante, svoltiamo a gomito sulla destra imboccando una ciclabile che ci porta sull’assolato e bollente ex sedime della ferrovia della Val Brembana, ma al km 2.4 ci inoltriamo finalmente nella scenografica Ciclabile del Quisa, quasi totalmente ombreggiata dal rigoglioso fogliame del bosco e che costeggia l’omonimo torrente per almeno tre chilometri su un piacevolissimo e leggero saliscendi su asfalto. Al km 5.4 il percorso inizia gradualmente a salire e, questa volta, si tratta di salita vera, con alcuni tratti di forte pendenza che ci portano sin quasi sulla sommità del Colle dei Roccoli di Bergamo Alta in uno scenario di grande bellezza. Il gran caldo rallenta il ritmo dell’ascesa, ma la successiva discesa è agile e veloce, eccezion fatta per il primo breve tratto di acciottolato. Al km 9.3 prendiamo il Sentiero CAI 711, addentrandoci nel bosco e iniziando un bel tratto di saliscendi sterrato fin quasi al Colle Roccolone (km 10.3). Scendiamo ancora fino all’undicesimo chilometro, quando ci imbattiamo in un violento strappetto su sterrato che ci porta fino al bel Santuario della Madonna Addolorata che domina il sottostante abitato di Sombreno. Si scende velocemente lungo la successiva scalinata, passando davanti a Palazzo Pesenti Agliardi e, dopo aver affrontato l’ultimo e facile saliscendi fino alla Chiesa della Madonna della Castagna (km 13.4), giungiamo nuovamente in pianura e al meritato ristoro finale. Al termine il GPS segnerà 14,36 chilometri per 343 metri di dislivello positivo complessivo, concentrati in poco più di 2 km totali. Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2511098077 https://www.instagram.com/p/BznJs_3F3-X/ Il completamento della mia prima Trifecta è finalmente arrivato e non posso che ritenermi pienamente soddisfatto, specialmente in virtù del fatto che, fino a soltanto tre mesi fa, non avevo mai corso una Spartan ufficiale in vita mia ma, soprattutto, perché la gara di Alleghe si è rivelata un vero e proprio gradevolissimo massacro fisico.
Attorniati dal maestoso panorama delle imponenti Dolomiti Bellunesi, patrimonio Unesco, la Beast di Alleghe, interamente su sterrato montano, prende il via dai Piani di Pezzè, nel comprensorio sciistico della sottostante cittadina e inizia subito a snodarsi in salita, eccezion fatta per un dolce dislivello nelle prime centinaia di metri, senza dare un attimo di tregua. Affrontiamo i primi ostacoli ai piedi della rocciosa Cima di Coldai dell’incombente Monte Civetta, sede di memorabili battaglie combattute dai nostri eroici alpini nella Prima Guerra Mondiale, e poco dopo il terzo chilometro, un piacevole tratto in discesa ci consente di lasciar andare le gambe, senza però forzare troppo, perché nonostante l’altitudine la temperatura è davvero rovente e sfiora i 39° e il rischio di incorrere nella disidratazione (come in molti potranno poi confermare) è realmente alto. Giunti al quinto chilometro, si svolta improvvisamente a sinistra imboccando una salita dalle pendenze quasi proibitive, che costringe più di un partecipante ad avanzare talvolta a quattro zampe. Poche centinaia di metri durissime, seguite da una breve discesa e dal primo trasporto di sandbag che, come al solito, si rivela più duro del previsto (km 6.6). Si sale ancora fino al km 8.4, affrontando altri ostacoli strategicamente piazzati in vetta, come la fune tirolese, per poi gettarsi in picchiata nel bosco e raggiungere nuovamente l’area di partenza al dodicesimo chilometro. Basta alzare soltanto un attimo lo sguardo e ci si rende conto che il bello deve ancora arrivare. Si supera un lungo tratto di filo spinato in salita e si ricomincia a soffrire. Un chilometro e mezzo di salita massacrante, che costringe moltissimi partecipanti a fermarsi più volte per riprendere fiato, condita dal trasporto del tronco proprio in cima. Le forze scemano gradualmente, ma bisogna andare avanti e superare altri ostacoli! Purtroppo sfugge la presa sul twister, ma stringo i denti e avanzo, sopportando un’altra sandbag, la catena e diversi muri. Quando pensi che, ormai, il più è fatto, ecco arrivare uno strappo violento dal km 17.8 al km 18.9 e le prime avvisaglie di crampo al polpaccio, che mi costringono a superare con dolore il muro di due metri e mezzo posto sulla Cima dei Viai, dalla quale si diparte la successiva e veloce discesa. Uno stupido errore d’equilibrio su una trave mi costringe a fare altri burpees prima di gettarmi nel sentiero sconnesso ma, in prossimità dell’arrivo, incappo nell’ennesimo errore nel lancio del giavellotto e nell’ultima monkey¸ che non mi impediscono, però, di esultare soddisfatto non appena taglio la linea del traguardo. Bisogna ancora migliorare, ma ora l’obiettivo e la consapevolezza di poter fare qualcosa di più sono reali... un sogno c’è... e il sogno si chiama Sparta! Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2495276231 https://www.instagram.com/p/BzYRWDZF38Q/ Ultimo trail in vista dell’imminente e importante Spartan Race Beast di Alleghe, necessario per il conseguimento della mia prima Trifecta. Tanto caldo, altrettanta fatica, ma un percorso sapientemente disegnato e un paesaggio incantevole fanno da sfondo alla Prealpina di Cisano Bergamasco.
Si parte dal centro sportivo, correndo su asfalto per poco meno di un chilometro, prima di affrontare una ripida discesa su erba e ritrovare la strada subito dopo. Al km 1.2 si attraversa il Torrente Sonna, entrando in un bel tratto di sterrato boschivo, in leggera e costante salita fino al km 1.7. Costeggiamo brevemente di nuovo il Sonna e il Torrente Sommaschio prima di rientrare nell'abitato di Cisano e, continuando a salire dolcemente su asfalto, ritroviamo lo sterrato al terzo chilometro, calcando un sentiero che si snoda all’interno della valle del Sonna. Al km 3.5 ci attende una brusca svolta a sinistra, con uno strappo deciso e muscolare su sentiero accidentato, che ci conduce fino al primo ristoro nei pressi della Ca’ Mata (km 3.6). Si continua poi a salire su asfalto fino al km 4.3 e, dopo una breve e illusoria discesa, imbocchiamo il panoramico sentiero Tronchera – Ca’ Berlotti, dal quale si gode di un’eccezionale vista sulla sottostante Valle dell’Adda. Si sale ancora gradualmente, senza interruzioni, dal km 5.4 al km 6.2, ma è a questo punto che gli organizzatori ci regalano il secondo massacrante strappo di sentiero in mezzo al bosco. Poco più di 300 metri per arrivare alla splendida Cappella Alpina sulle Corne di Bisone e alla successiva veloce discesa prima del secondo ristoro. Il caldo si fa sentire in maniera potente, ma il percorso ricomincia a salire, alternando brevi e trascurabili tratti di asfalto con sentieri spesso sconnessi e scivolosi a causa dell’acquazzone del giorno precedente. Al km 8.8 incontriamo finalmente una discesa, che ci permette di lasciar correre le gambe fino alla strada sottostante, dove aumentiamo il ritmo gradualmente fino al ristoro del delizioso borgo di Pomino (km 10.7). A questo punto le strade di molti corridori divergono e, ovviamente, io opto per il percorso più lungo, ricominciando a salire violentemente lungo il Sentiero 801, totalmente immerso nel bosco, con tratti veramente impegnativi e pendenti fino alla sommità del Monte Santa Margherita, dove sorge l’omonima chiesetta medioevale (km 12.3). La successiva discesa, non particolarmente tecnica, ma comunque quasi interamente su sterrato, è una vera e propria boccata d’aria fresca. Dal km 14.6 al km 15.5 ripercorriamo i nostri passi sul precedente percorso fino a tornare a Pomino, per poi affrontare l’ultimo strappetto importante della giornata, di poco meno di mezzo chilometro, che mette comunque a dura prova le gambe. Dal km 16 in avanti, alternando tratti sempre più frequenti di asfalto con brevi e scenografici sentieri, raggiungiamo la cresta soprastante la Valle del Sonna e, nei pressi del diciannovesimo chilometro, ci godiamo la vista del medioevale Castello Vimercati Sozzi, correndo lungo le mura meridionali, prima di rientrare a Cisano e affrontare l’ultimo tratto su strada. Al termine i chilometri percorsi saranno 20,40, con un dislivello totale positivo complessivo di 632 metri, quasi interamente concentrato nei primi 12 km. Un altro magnifico tracciato disegnato dalla FIASP nella bergamasca, che merita senz’altro di essere conosciuto e corso almeno una volta. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2473598561 https://www.instagram.com/p/BzDP-C-Ft0O/ Per fortuna hanno aggiunto alla denominazione la parola Trail, perché la Strafuipiano, in alcuni tratti, è talmente ostica, dura e pericolosa da meritarsi l’appellativo di Skyrace!
Il piccolo gruppetto dei semi-competitivi parte compatto dal centro sportivo di questo grazioso paesello posto quasi al termine della scenografica Valle Imagna e il primo chilometro scorre via senza intoppi uscendo quasi subito dal centro abitato, alternando pochissimo asfalto e una strada bianca che ci porta in mezzo al bosco. Al km 1.3 un’improvvisa svolta a sinistra ci costringe ad avanzare camminando spediti su un’erta e difficile salita sterrata, che prosegue imperterrita fino al secondo chilometro, dopo aver oltrepassato il Torrente Coegia. Di fronte si apre ora un vasto spiazzo erboso, con pendenze impressionanti, che affrontiamo al passo, ansimando anche a causa del caldo di queste prime torride giornate di giugno. Al km 2.6 possiamo finalmente rifiatare un po’, tornando a corricchiare sulla successiva strada bianca fino al primo ristoro (km 3.2). Da questo punto in avanti il Trail diventa a tutti gli effetti una vera e propria Skyrace. Saliamo fin quasi in cima allo Zucco di Pralongone, dapprima affrontando una durissima ascesa nel bosco, tra radici e roccette affioranti, per poi continuare lungo la successiva cresta. Lo scenario che si apre dinanzi ai nostri occhi è magnificente, con la Val Brembana che si stende alla nostra destra e il massiccio del Resegone alla nostra sinistra, ma il sentiero è talmente stretto ed accidentato, costellato da rocce appuntite e pericolosamente esposto in più punti da rendere quasi impossibile anche una corsa dal ritmo tranquillo. Al quinto chilometro, dopo non poca fatica, raggiungiamo finalmente la punta de I Canti, a quota 1.529 metri, ma il successivo chilometro in discesa su sentiero erboso è talmente ripido che i quadricipiti e le ginocchia sono costantemente in tensione nel disperato tentativo di frenare la velocità. Continuiamo sul Sentiero CAI 571 fino a raggiungere il versante meridionale dello Zuc de Valmana (km 6.6). Da questo punto in avanti la discesa si fa un po’ più dolce e possiamo finalmente lasciar andare le gambe, seguendo i sentieri scavati nel terreno degli alpeggi montani. Particolarmente suggestivo è il passaggio dal km 8 al km 9, con il Resegone che si staglia imponente proprio davanti ai nostri occhi. Inizia quindi una velocissima e muscolare discesa dal km 9 al km 9.4, che continua poi nel bosco di conifere, alternando nel primo tratto alcuni improvvisi e stretti tornanti, per poi allargarsi in un comodo sentiero da affrontare in completa tranquillità. Piacevolissimo l’incontro con un camoscio saltellante, che mi supera al quadruplo della mia velocità, seminandomi dopo nemmeno una trentina di metri e, infine, al km 12.4, dopo un brevissimo tratto di asfalto, continuiamo a scendere su un ripido sentiero sterrato fino a raggiungere il meraviglioso borgo di Arnosto, risalente al XV secolo (km 12.8). L’ultimo chilometro, dove lo sterrato rimane comunque ancora abbondante, viene condito da uno strappetto finale e una scalinata che ci lasciano definitivamente senza fiato. Non potevo davvero chiedere di meglio in preparazione della Spartan Race Beast di Alleghe. 761 metri di dislivello positivo, concentrati in soli 14,3 km totali, di una durezza rara nel panorama delle non competitive lombarde! Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2454478678 https://www.instagram.com/p/ByxSKFMllpY/ A nemmeno 24 ore di distanza dalla Spartan Race Super di Campi Bisenzio decido di svegliarmi presto, inforcare le scarpe da trail e, senza badare ai dolori muscolari, di correre questa bella non competitiva sulle Prealpi bergamasche, che costeggia la cosiddetta “Riviera di Pontida”. La Beast di Alleghe incombe a fine mese ed è meglio accumulare chilometri in salita, affrontando i 773 metri di dislivello positivo della Panoramica di Ambìvere.
Si parte su asfalto, in costante e leggerissima salita, affrontando il primo strappetto importante soltanto al terzo chilometro, dopo aver oltrepassato il Torrente Dordo, per poi inoltrarsi nell’abitato di Gromlongo e, poco dopo il cimitero, ci imbattiamo in una bella e faticosa salita su sterrato, inoltrandoci nel bosco e godendoci lo splendido panorama che si apre d’intorno. Alcuni sentieri, esposti e in leggera contropendenza, con sassi e radici affioranti, soddisfano gli amanti del trail running. Passiamo oltre il Picco e il Picco Alto, affrontando una veloce e corta discesa dopo quest’ultimo, ma al km 9 si ricomincia a salire sulle pendici meridionali del Monte Valmora, ritrovando per un breve tratto l’asfalto, fino a ritrovare un sentiero boschivo a sud del Monte Ghignoletti (km 10). Il percorso sale ancora inesorabile fino al km 11.5, ma l’ascesa si rivela abbastanza corribile grazie al fatto che ritroviamo l’asfalto e, subito dopo la frazione di Gronfaleggio, lasciamo andare le gambe lungo una ripida discesa di quasi due chilometri e mezzo che ci porta sino alle propaggini settentrionali di Pontida. Dal km 14 al km 14.5 ci attende un’altra salita su asfalto, davvero ostica per le gambe ormai affaticate, ma la successiva discesa su gradini e sentiero sterrato è talmente bella, tecnica e veloce, che entriamo nel centro storico di Pontida con il sorriso sulle labbra. Un sorriso che dura poco, perché, quando ormai siamo convinti di aver quasi terminato, gli organizzatori ci regalano un’altra salita su sterrato dal 15.5 al km 16.3, che si restringe gradualmente nell’ultimo tratto, sino a trasformarsi in uno stretto sentiero in mezzo al bosco. Manca poco, ormai, e aumentiamo notevolmente la velocità, sfruttando la successiva discesa e il tratto pianeggiante di ciclabile lungo il Dordo fino a quando, al km 19.2, ecco un’altra salita! Poco meno di mezzo chilometro su asfalto boschivo fino alla Chiesa della Beata Vergine del Castello. Un ultimissimo tratto di sterrato in discesa e, finalmente, dopo aver oltrepassato il Torrente Gargello al km 20, rientriamo ad Ambìvere, godendoci il ristoro finale e la piacevole fatica derivante dall’aver corso questi 20,5 splendidi e panoramici chilometri. Clicca sui link sottostanti per osservare tutti i particolari e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2435676946 https://www.instagram.com/p/ByfKSI_FgNn/ |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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