Il completamento della mia prima Trifecta è finalmente arrivato e non posso che ritenermi pienamente soddisfatto, specialmente in virtù del fatto che, fino a soltanto tre mesi fa, non avevo mai corso una Spartan ufficiale in vita mia ma, soprattutto, perché la gara di Alleghe si è rivelata un vero e proprio gradevolissimo massacro fisico.
Attorniati dal maestoso panorama delle imponenti Dolomiti Bellunesi, patrimonio Unesco, la Beast di Alleghe, interamente su sterrato montano, prende il via dai Piani di Pezzè, nel comprensorio sciistico della sottostante cittadina e inizia subito a snodarsi in salita, eccezion fatta per un dolce dislivello nelle prime centinaia di metri, senza dare un attimo di tregua. Affrontiamo i primi ostacoli ai piedi della rocciosa Cima di Coldai dell’incombente Monte Civetta, sede di memorabili battaglie combattute dai nostri eroici alpini nella Prima Guerra Mondiale, e poco dopo il terzo chilometro, un piacevole tratto in discesa ci consente di lasciar andare le gambe, senza però forzare troppo, perché nonostante l’altitudine la temperatura è davvero rovente e sfiora i 39° e il rischio di incorrere nella disidratazione (come in molti potranno poi confermare) è realmente alto. Giunti al quinto chilometro, si svolta improvvisamente a sinistra imboccando una salita dalle pendenze quasi proibitive, che costringe più di un partecipante ad avanzare talvolta a quattro zampe. Poche centinaia di metri durissime, seguite da una breve discesa e dal primo trasporto di sandbag che, come al solito, si rivela più duro del previsto (km 6.6). Si sale ancora fino al km 8.4, affrontando altri ostacoli strategicamente piazzati in vetta, come la fune tirolese, per poi gettarsi in picchiata nel bosco e raggiungere nuovamente l’area di partenza al dodicesimo chilometro. Basta alzare soltanto un attimo lo sguardo e ci si rende conto che il bello deve ancora arrivare. Si supera un lungo tratto di filo spinato in salita e si ricomincia a soffrire. Un chilometro e mezzo di salita massacrante, che costringe moltissimi partecipanti a fermarsi più volte per riprendere fiato, condita dal trasporto del tronco proprio in cima. Le forze scemano gradualmente, ma bisogna andare avanti e superare altri ostacoli! Purtroppo sfugge la presa sul twister, ma stringo i denti e avanzo, sopportando un’altra sandbag, la catena e diversi muri. Quando pensi che, ormai, il più è fatto, ecco arrivare uno strappo violento dal km 17.8 al km 18.9 e le prime avvisaglie di crampo al polpaccio, che mi costringono a superare con dolore il muro di due metri e mezzo posto sulla Cima dei Viai, dalla quale si diparte la successiva e veloce discesa. Uno stupido errore d’equilibrio su una trave mi costringe a fare altri burpees prima di gettarmi nel sentiero sconnesso ma, in prossimità dell’arrivo, incappo nell’ennesimo errore nel lancio del giavellotto e nell’ultima monkey¸ che non mi impediscono, però, di esultare soddisfatto non appena taglio la linea del traguardo. Bisogna ancora migliorare, ma ora l’obiettivo e la consapevolezza di poter fare qualcosa di più sono reali... un sogno c’è... e il sogno si chiama Sparta! Clicca sui link sottostanti per osservare il tracciato e il video del percorso! https://www.strava.com/activities/2495276231 https://www.instagram.com/p/BzYRWDZF38Q/
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
Categorie
Tutto
|