Chiamarla “tapasciata” sarebbe alquanto riduttivo...
Correre la Ferragostana è sempre sinonimo di sudore e fatica, di ardue salite sterrate in mezzo ai boschi e discese altamente tecniche, senza dimenticarsi della sua lunghezza complessiva, pari a 25,6 km, e del dislivello positivo, di circa 1.175 metri, che non ha davvero nulla da invidiare a quello di alcuni trail di corsa in montagna! Siamo di nuovo nello splendido territorio del triangolo lariano e i sentieri della Tapasciada di Rezzago sono realmente a un tiro di schioppo dallo stabilimento centrale Enervit di Pian del Tivano, luogo di partenza di quella che, senza alcuna remora, ho sempre considerato la più bella e impegnativa marcia non competitiva della Lombardia, insieme al Cross Olgiatese. Le condizioni atmosferiche sono clementi e la temperatura, a 1.000 metri di quota, piacevolmente mite e frizzante, sebbene il sole dardeggi fiammante sopra le nostre teste. L’impatto iniziale non è dei più semplici: un lungo nastro d’asfalto, immerso in un bucolico paesaggio pastorale, che si inerpica dolcemente, ma inesorabilmente, per i primi due chilometri e mezzo, con l’inconfondibile sagoma del Monte San Primo sulla destra, prima dell’inizio di una piacevole discesa, da affrontare a forte velocità, che ci porta fino all’abitato di Veleso, dal quale si gode una mirabile vista dall’alto del ramo occidentale del Lago di Como. Dal sesto chilometro in poi dimenticatevi invece di discese o dolci saliscendi, perché il sentiero sterrato inizia a inerpicarsi sempre più in alto e correre diventa quasi impossibile, fra radici contorte e massi affioranti. In alcuni tratti, lungo le pendici del Monte Preaola, del Monte di Faello e del Monte Bul la pendenza arriva addirittura a superare il 30% in più di un’occasione. Dopo un breve tratto corso in altura, dal quale lo sguardo spazia su gran parte del triangolo lariano sino a raggiungere persino le sponde del Lago di Lecco, lontano alla nostra sinistra, si arriva al km 15, avanzando sull’acciottolato in salita ai piedi della cima del Monte Croce, collegato alla vetta Braga di Cavallo da una dorsale lunga circa 1 km. A quota 1.338 metri di altezza (punto più alto di tutto il percorso), un placido gruppo di mucche e vitellini osserva con curiosità i corridori che si accingono a ridiscendere a gran velocità sino alle falde settentrionali del Monte Falò, in prossimità del km 18, prima dell’arrivo alla Colma di Sormano, dalla quale si inizia un’estenuante e graduale leggera salita fino al km 21, che costeggia le pendici del Monte Cippei, del Monte Roncaglia e di parte del Monte Cornet. È a questo punto che non bisogna commettere l’errore di pensare che la corsa sia ormai giunta al termine, perchè gli ultimi chilometri in discesa, dopo un primo tratto tecnico su sterrato, in mezzo a vecchie baite e verdi pascoli bovini, e un lungo serpentone d’asfalto che arriva sino alla SP44, attraversandola, sono dolorosamente faticosi, specialmente se l’allenamento pregresso non è stato ottimale. L’arrivo è ormai quasi visibile, ma gli organizzatori della Ferragostana non perdonano e, presso la località Il Dosso, inseriscono ‘gentilmente’ un sentiero in leggera salita di circa 200 metri, poco dopo il km 25! Stringendo i denti si oltrepassa infine un vasto pianoro erboso prima di godersi l’ultimo tratto asfaltato in prossimità dell’arrivo e di un più che meritato ristoro finale! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1143079955
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
Categorie
Tutto
|