Si torna finalmente a camminare in montagna, nonostante il gran caldo, dopo una forzata pausa durata più del dovuto. Questa volta l’obiettivo è il Pizzo dei Tre Signori, imponente massiccio che nei secoli passati fungeva da confine tra il Dominio delle Tre Leghe (Valtellina), la Repubblica Veneta (versante orobico bergamasco) e il Ducato di Milano (versante lecchese) e che, proprio per tale motivo, ha con il tempo assunto tale nome.
Partendo da Premana, piccolo centro a picco su un versante scosceso della Val Varrone, in un vero e proprio tripudio di bandiere tricolori, preludio alla prova domenicale del Campionato Mondiale di Corsa in Montagna, si scende verso il Torrente Varrone seguendo un’accidentata mulattiera in mezzo al bosco che, dopo una scenografica e breve scalinata, conduce sino al piccolissimo centro vallivo di Gebbio, dal quale si prosegue poi in costante salita, sempre seguendo il torrente sulla sua riva orografica destra. Il percorso, almeno nella sua fase iniziale, non presenta nessuna difficoltà di rilievo, pur salendo di continuo, anche con improvvisi strappetti, ma l’eventuale fatica accumulata sin qui viene abbondantemente ripagata dalla splendida vista che è possibile godere una volta giunti in prossimità di Alpe Casarsa e Alpe Vegessa, alpeggi situati in un rustico quanto incantevole paesaggio alpino. Uno stretto e ripidissimo sentiero conduce fino alla più elevata Alpe Barconcelli, ma la vetta del Pizzo dei Tre Signori ci attende e bisogna continuare a seguire la carrozzabile principale fino all’imbocco della vallata glaciale sulla quale incombe, a destra, il Pizzo Varrone, in uno scenario talmente bello da mozzare quasi il fiato. Giunti ad un’altezza di quasi 1.900 s.l.m, la strada si trasforma in un vero e proprio sentiero nei pressi della Baita Tronella, ormai a pochissima distanza dal Rifugio Falc, sebbene il tratto che ci separi dal rifugio diventi abbastanza arduo e ripido nel giro di poche centinaia di metri. Una volta superato il punto di ristoro è possibile godere della vista dell’invaso del Lago dell’Inferno, dalle acque di un blu profondissimo, ma la cima è ormai prossima e, imboccando un sentiero sassoso in costante salita, si arriva alla croce sommitale dopo aver affrontato un ultimo tratto piuttosto scosceso e scivoloso (da evitare assolutamente nei giorni di pioggia), comunque ben attrezzato e messo in sicurezza con qualche metro di corda ancorata alla parete. Alla fine i chilometri di camminata sono davvero tanti, ma la soddisfazione di aver raggiunto quota 2.554 e lo splendido panorama che si apre sul resto delle Orobie è assolutamente impagabile. Di seguito il collegamento con i dettagli dell’ascesa: https://www.strava.com/activities/1120048385
0 Comments
Leave a Reply. |
AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
Categorie
Tutto
|