Se, come me, considerate la Ferragostana di Pian del Tivano la più bella e panoramica non competitiva della Lombardia insieme alla Maratona del Confine di Olgiate Comasco, allora la Strapagnano può tranquillamente giocarsi la seconda piazza di questa speciale classifica con la Teremotata di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, entrambe sempre con diverse migliaia di partecipanti iscritti alla partenza.
26 km totali con 733 metri di dislivello positivo complessivo, che si snodano lungo le strade e i sentieri dello splendido Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, fra antichi boschi e verdi pascoli, in un’atmosfera che solo questo particolare angolo di Brianza può regalare a tutti noi corridori. Sin dalle prime battute è chiaro che il gran caldo di questo fine agosto potrebbe condizionare il prosieguo della corsa e, al fine di evitare colpi di calore e disidratazione, è meglio bere spesso e in maniera abbondante a ogni singolo ristoro piazzato sul percorso. I primi chilometri, che alternano facili tratti di sterrato e strade asfaltate di campagna, sono un continuo saliscendi privo di particolari difficoltà, eccezion fatta proprio per la temperatura, già abbondantemente sopra i 30 gradi prima delle nove del mattino. Giunti in prossimità del km 6, nei pressi del Ponte della Fornace, il sentiero di ciottoli inizia leggermente e gradualmente ad inerpicarsi verso Cascina Valfredda, senza però troppi scossoni a dire il vero. Dopo un breve e molto suggestivo tratto nel bosco, però, si giunge in prossimità di Ca’ del Soldato, sede del Museo del Parco, e si svolta bruscamente a sinistra, imboccando la vecchia mulattiera al km 7. La salita che ci attende è molto dura, difficilmente corribile in alcuni tratti a causa della forte pendenza e del fondo sassoso. Al km 8 si raggiunge finalmente la strada asfaltata di Montevecchia Alta e si prende la destra, ma non bisogna commettere l’errore di pensare che la fatica sia finita, perché il percorso continua inesorabilmente a salire, sotto il solleone, fino alla località Cappona, dove tocchiamo i 485 metri di altezza (punto più alto dell’intera tapasciata) verso il km 9. Siamo a circa un terzo del percorso e, per nostra fortuna, la strada inizia a scendere per circa due chilometri, da correre finalmente in estrema scioltezza fino alla breve salita che conduce alla ormai scomparsa cascina Deserto. Da qui, attraversando il caratteristico borgo di Bernaga Inferiore e la frazione Pianello, si arriva, sempre scendendo, fino alla Cascina Costa e al vecchio Lavatoio di Galbusera Nera, dove, svoltando sulla sinistra poco dopo di esso, ci imbattiamo in una salita su sterrato breve, ma durissima, quasi impossibile da correre, posta al km 14,5. Da qui fin quasi al km 17 si corre godendo di una splendida vista su parte della valle e sul bioma dei Prati Magri, costeggiando i due caratteristici borghi di Galbusera Nera e di Galbusera Bianca. Una rapidissima discesa su terreno molto accidentato, da affrontare con molta cautela, e si imbocca nuovamente per un breve tratto la strada asfaltata che ci conduce alla Cascina Fornace, dove ricomincia un’altra salita in mezzo al bosco, fino alla località Ceré¸ poco dopo il km 18. Gran parte delle difficoltà sono ormai alle spalle, ma gli ultimi chilometri riservano ancora parecchie sorprese, brevi salite e suggestivi attraversamenti di boschi fin quasi alla fine. Di particolare bellezza è la discesa a tornante sull’erba nei dintorni della frazioncina Brughé di Olgiate Molgora, al km 22. L’ultima vera salita, poco prima del cimitero, ci accompagna all’interno della città, ormai a poca distanza dal tanto agognato arrivo presso l’oratorio di Pagnano! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1154591467
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AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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