Si torna nuovamente a correre all’interno della splendida cornice del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, capace comunque di regalare sempre nuovi scorci, nuove difficoltà tecniche e nuove emozioni durante la corsa.
La Camminata a Montevecchia è ormai un imprescindibile appuntamento primaverile per tutti coloro che vogliono mettere chilometri di qualità nella gambe. Il dislivello positivo in salita non è eccessivo (anche se, al termine, ammonterà comunque a 531 rispettabilissimi metri), ma i sentieri scelti dagli organizzatori, i continui e brevi strappi e persino l’ultima discesa finale, in prossimità dell’arrivo, mettono a dura prova gambe e resistenza fisica di ognuno di noi. Alla partenza il cielo è parzialmente velato da uno strato nuvoloso e, considerate le alte temperature che già si raggiungono in questo periodo dell’anno quando splende il sole in Lombardia, un po’ di frescura al mattino è alquanto provvidenziale. Dopo nemmeno un chilometro scarso (corso su asfalto) affrontiamo il primo strappo in salita, sempre su asfalto (eccezion fatta per un piccolo tratto su sentiero), passando accanto alla chiesetta di San Mauro e Beata Vergine della Consolata, per poi iniziare una discesa su strada bianca nei pressi del Centro Visite del Parco. Dopo aver oltrepassato i nuclei rurali di Cascina Gaidana e Cascina Valfredda, la discesa continua agevole sino alla strada asfaltata (unico vero tratto pianeggiante di tutto il percorso) che ci porta ad attraversare il nucleo di Cascina Malnido. Siamo soltanto al km 4.6 ma, d’ora in avanti, il percorso non perdona! Si raggiunge, sfiorandolo appena, l’incantevole borgo di Galbusera Bianca e, immediatamente dopo, ci si inerpica lungo una salita sassosa fino in cima alla Collina dei Cipressi. Il percorso prosegue poi con continui saliscendi e improvvisi strappetti, ma non dobbiamo lasciarci ingannare dal breve e rilassante tratto prima dell’abitato di Bernaga Inferiore, perché la successiva salita alle spalle dell’imponente Monastero delle monache Romite Ambrosiane è davvero ardua e costellata di sassi e rocce affioranti. Tuttavia, il peggio deve ancora arrivare! Superato il monastero, un volontario ci indica d’imboccare un sentiero sterrato che si inerpica fin quasi sul punto più alto di Lissolo, al nono chilometro, capace di tagliare letteralmente le gambe a molti corridori. Tiriamo il fiato, lasciando andare le gambe in discesa e raggiungiamo la Panoramica in cresta (da affrontare comunque con rispetto, visti i due chilometri di leggera salita, dal decimo al dodicesimo) fino a quando non appare all’orizzonte il bellissimo Santuario della Beata Vergine del Carmelo, simbolo indiscusso di Montevecchia Alta. Che nessuno si lasci trarre in inganno dal fatto che l’arrivo è ormai prossimo, perché il percorso imbocca l’erta salita della stradina alle spalle di Villa Panigarola, continuando poi lungo la scalinata che conduce fino alla Via Crucis che si snoda tutt’intorno al Santuario! Dopo aver percorso a ritroso la scalinata, inizia l’ultima discesa di quasi un chilometro e mezzo, tecnicissima e piuttosto pericolosa in alcuni tratti, dato che si snoda lungo una vecchia mulattiera, con numerosi gradini e roccette affioranti. Ultimo breve strappo in prossimità del km 15.7 e, finalmente, ecco giungere l’ultimo tratto velcoe, che ci conduce all’arrivo di questa meravigliosa tapasciata! Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/924899613
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AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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