Un caldo davvero intenso ci ha accompagnato lungo tutto il percorso di questa classica tapasciata che si snoda lungo le rive del Lambro, a tratti davvero suggestiva, con lunghi sentieri in ombra e strappetti impegnativi che fanno “lavorare” per bene le gambe.
Partiamo dal bel complesso di San Martino, prospiciente Villa Stanga, in frazione Costa Lambro di Carate Brianza, per poi quasi subito scendere velocemente verso la Valle del Lambro e attraversare il piccolo parco alle spalle dell’antichissimo nucleo religioso della Basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate. Segue un breve tratto in leggera salita prima di ridiscendere nuovamente verso la sponda destra del fiume, in frazione Realdino. Al terzo chilometro affrontiamo la prima vera salita su asfalto/ghiaietto, non troppo dura nè lunga a dir la verità, e ci inoltriamo finalmente nella parte boscosa del Parco della Valle del Lambro, imboccando il Sentiero dei Castagni. In prossimità del km 4.5 incontriamo uno strappetto impegnativo, con stretti tornanti su acciottolato, ma il successivo tratto pianeggiante ci consente di rifiatare facilmente e di goderci il panorama della campagna circostante. Una velocissima (e scivolosa) discesa su acciottolato al sesto chilometro, da affrontare con la dovuta cautela, e ritroviamo il piacevole sentiero lungo le sponde del Lambro, in costante e leggerissimo saliscendi. Poco dopo il nono chilometro troviamo una breve salita nei pressi della stazione Macherio-Canonica, subito seguita da un lungo tratto pianeggiante, che si snoda tra asfalto e sterrato fino all’undicesimo chilometro, quando svoltiamo rapidamente a sinistra per tornare a correre verso nord. Attraversiamo tre volte il Lambro fino a raggiungere lo splendido brogo di Canonica (e la relativa Villa Taverna), a Triuggio. Da questo punto in avanti, complice il gran caldo e le frequenti salite che si alternano quasi senza sosta, la corsa diventa parecchio ostica. Davvero notevole è, infatti, lo strappo continuo in cui ci imbattiamo dopo aver attraversato la frazione Ponte, lungo almeno un paio di chilometri (dal km 16 al km 18). Le gambe sono così dure che nemmen la successiva e ripida discesa riesce a farci aumentare molto la velocità e, come se non bastasse, l’ultimo strappo dopo le Grotte di Realdino è realmente spaccagambe! Alla fine i chilometri percorsi saranno poco più di 20 per un totale di 387 metri di dislivello. Davvero non male per una tapasciata definita “pianeggiante”... Clicca sul link sottostante e osserva tutti i particolari del percorso! https://www.strava.com/activities/1719560826
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AutoreDavide Salvatore Chionna. Corridore e scrittore. Amo narrare luoghi ed emozioni. archivi
Settembre 2020
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